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Roma
Doppio allarme bomba, metro A ko. Trasporti, emergenza continua

di Francesco Ciccolella

L'ultima emergenza arriva poco prima dell'ora di punta: alle 17,00 scatta l'allarme terrorismo nella stazione di Lodi e la nuovissima metro C si blocca. Il pacco sospetto, in realtà, conteneva solo effetti personali. Alle 10.30 la stessa sorte era toccata a Colli Albani dove uno zainetto abbandonato sulla banchina aveva costretto le autorità a fermare la metro A da Anagnina a San Giovanni per consentire l'intervento degli artificieri. In scena il caos con i soliti bus che a fatica tentano di fare la spola tra le due stazioni fino alle 11,25 quando gli Artificieri e l'Antiterrorismo avranno aperto lo zaino per trovare dentro il nulla. Una dimenticanza che a Roma significa 20 mila persone paralizzate.
Un nuovo allarme nel primo pomeriggio aveva allertato le forze dell'ordine dopo la segnalazione di un uomo armato di coltello sulla metro B, a Termini. Per le verifiche del caso, che hanno dato esito negativo, la linea è stata interrotta una ventina di minuti. La segnalazione è infatti risultata un falso allarme.

Ma se sulla Roma-Lido gli utenti sin sono organizzati e da mesi denunciano ogni ritardo, sulle altre due linee prevale la rassegnazione. E' come se la città si fosse abituata all'emergenza continua dei trasporti e ormai non sentisse più il disagio.
IL VIAGGIO. E' una delle tante mattinate romane, con centinaia di pendolari che cercano di arrivare al lavoro. Dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 9 è l'inferno quotidiano di oltre 600 mila romani che hanno più possibilità di indovinare un terno al lotto che riuscire ad arrivare puntuali nei luoghi di lavoro o di studio. Si salva solo chi programma la sveglia con un anticipo quasi fantozziano. Impossibile salire sul primo treno, la fila arriva alla scala mobile. Col secondo treno la differenza non è molta. Le porte del vagone, sporche e dipinte dai writers che le utilizzano come tela di un quadro, si chiudono a fatica vista la quantità di gente presente all'interno. C'è speranza per il terzo, passati almeno quindici minuti dall'ingresso in stazione.
Partendo alle 6.45 dalla stazione della metro B di Piramide, si fa difficoltà ad arrivare alla banchina, dovendo superare controlli maniacali già dall'ingresso della stazione. Militari con arma ben in vista, agenti della polizia privata assieme a cani antibomba accompagnano i passeggeri fino a delle scale mobili chiuse per lavori in corso che durano da tempo immemore. Arrivati dopo circa 25 minuti all'interno della stazione Termini, una transenna buttata in terra viene presa a calci dalla folla accalcata che si affanna ad occupare l'unica via funzionante che porta alle gallerie sotterranee, tentando di guadagnare in maniera scomposta una posizione di vantaggio sugli altri passeggeri. In quello che dovrebbe essere lo snodo principale della città gli ascensori sono rimasti per ore fuori servizio. I disabili lo sanno bene.
Ad attendere il passaggio della metro su sedie e panche molto poco invitanti ad essere sfruttate, c'è chi come Veronica, impiegata pubblica, parte da Anagnina per arrivare in ufficio in zona Battistini, esattamente ai due estremi della Metro A: “Normalmente ci vorrebbero quaranta minuti per percorrere la tratta, ma farlo nelle prime ore della mattina diventa davvero un'impresa. A volte sono costretta a scendere dal vagone per la mancanza d'aria, devo sempre uscire da casa in tempo per non rischiare di far tardi al lavoro. La pulizia interna è davvero mal curata, spesso faccio fatica a sedermi”.
Giuliano, studente universitario calabrese fuori sede, racconta: “Avevo bisogno di andare in bagno, ma ho preferito arrivare a casa a Laurentina piuttosto che usufruire dei servizi igienici della stazione Piramide, tremavo al solo pensiero di dover toccare la maniglia della porta d'ingresso”.
Alcuni dei passeggeri che quotidianamente affollano le più di 70 stazioni, tra Linea A, B, B1 e C, riassumono l'emergenza. “Vengo da Budapest, anche li abbiamo dei problemi simili e non pensavo che a Roma, una delle più belle città del Mondo, potessi trovarmi nella stessa situazione - dice Irina, operaia presso una ditta di pulizie in zona Piazza di Spagna - qui la mattina sembra di essere in un'altra dimensione per la bellezza della zona, ma il tutto si rovina quando devo entrare nella stazione per tornare a casa”.
L'Atac usa i social network, con l'account ufficiale di Twitter strumento per comunicare i disagi ma gli effetti sull'ira di chi viaggia non ci sono: “Non so utilizzare le moderne tecnologie, non posso controllare ritardi di autobus e metro e sto andando a trovare un parente in ospedale”, dice Claudio, pensionato che non potendo guidare la macchina ha i mezzi pubblici come unica possibilità di spostamento. "Le condizioni igieniche all'interno delle varie fermate, così come nei vagoni dei treni sono davvero precarie. Si suda già nelle primissime ore a causa della calca, manca un ricambio di aria che rende spesso rarefatta l'atmosfera negli stretti cunicoli di passaggio".
Nonostante si sia in periodo di Giubileo, quindi con controlli ai massimi livelli, uno dei temi che più preoccupa i pendolari è quello dei furti che spesso avvengono in metro: “Ne sono stato vittima anche io. Tempo fa sono tornato a casa e ho trovato la tasca della giacca squarciata senza più il portafogli”. Matteo, professore di scuola superiore, aggiunge: “Non avanzo sospetti, non cado nelle solite congetture che si fanno al riguardo. Italiani, stranieri, non importa. Non si può vivere preoccupati di prendere la metro pensando che qualcuno possa rovinarti una giornata che già non parte bene per i disagi che siamo costretti ad affrontare”.

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