Roma

Allarme inquinamento sul litorale di Roma. Tra Ardea e Pomezia il mare puzza

Legambiente denuncia lo scarico selvaggio di liquami nel fosso Rio Torto

Tra bolle di calore e inquinamento s'infiamma l'agosto dei romani in vacanza. Ora scatta l'allarme tra Ardea e Pomezia, mèta di almeno 200 mila romani proprietari di seconde case, alle prese con irritazioni cutanee legate ai bagni in mare.


Secondo Legambiente che ha raccolto i dati, decine le chiamate provenienti dai cittadini, preoccupati dai continui cattivi odori, dalla presenza di liquami non depurati e dal passaggio di autocisterne intente a sversare materiale nel fosso Rio Torto.

Segnalazioni che vanno ad aggiungersi a quelle dei medici di base del luogo, che raccontano di molti casi di irritazioni cutanee a seguito di bagni nel mare. Una situazione limite frutto di incuria e scarsi controlli.


A puntare il dito sui Comuni costieri Roberto Sacchi, presidente di Legambiente Lazio, che chiede l'attivazione di un monitoraggio costante e verifiche più ferree sui presunti scarichi: "Sono anni che segnaliamo in questo luogo preciso, la presenza di scarichi di liquami direttamente nei pressi della foce, è una vergogna che in tutto questo periodo, e ancora oggi, non si contrasti in alcun modo lo scempio del mare a sud della capitale - dichiara Scacchi - una ricchezza inestimabile che sembra scomparire di fronte all'aggressione dell'abusivismo fognario e del malfunzionamento degli impianti di depurazione. Decine di cittadini ci stanno segnalando i maleodori ma anche strane soste notturne di autocisterne, dopo le quali il fosso sembra in condizioni peggiori di prima; i medici di base del posto ci raccontano di forti reazioni cutanee che si manifestano su alcuni bagnanti del territorio. Noi consegneremo alle autorità competenti un esposto nel quale racconteremo tutte queste segnalazioni che ci stanno arrivando, insieme ai pessimi dati di Goletta Verde relativi alla forte presenza in quest'acqua di Enterococchi Intestinali ed Eschirichia Coli, microrganismi di origine fecale la cui presenza è direttamente derivante da illegalità fognarie o malfunzionamenti depurativi. Chiediamo poi ai Comuni costieri di battere un colpo, attivando un monitoraggio del territorio che evidentemente non c'è stato fino ad oggi".