Allerta siccità, l'ira di Bracciano contro Acea: “L'acqua torni ai cittadini”
Sit-in di protesta in piazzale Ostiense, cori e striscioni contro Raggi e Saccani
Emergenza siccità, l'ira di Bracciano colpisce Acea. Assedio degli attivisti sotto la sede, prosegue la guerra dell'acqua.
La Regione ritira l'ordinanza sullo stop ai prelievi, Roma esulta mentre Bracciano piange. Il rischio razionamento è scongiurato, ma il livello dell'acqua continua a scendere. Una guerra che vede, ancora una volta, sconfitti i comitati del lago di Bracciano e dell'acqua pubblica, tra i primi a segnalare l'emergenza. L'appuntamento alle 17:30 davanti a piazzale Ostiense, sede Acea, nonostante i 37 gradi della caldissima estate romana. Puntuali circa una ventina di persone, un piccolo gruppo cresciuto con il passare da minuti. Nel giro di pochi minuti la folla si infoltisce, il caldo non scoraggia gli ormai cinquanta manifestanti “armati” di striscioni. I cori contro Raggi e Saccani i più inflazionati. Giovani, anziani, famiglie, un caleidoscopio di persone differenti, accumunate da un ideale. Gente di tutte le età accorse per far sentire la propria voce, attraverso una protesta pacifica che ha mobilitato tantissime persone al grido “Giù le mani da Bracciano”. A guidare l'assedio alla sede di Acea Andrea Catarci, ex presidente dell'VIII Municipio, che disegna la necessità di: “Tornare ad una volontà popolare, serve una grande reazione. Una mobilitazione di massa. Siamo qui per dire ai vertici di Acea che l'acqua è un bene comune, non un mezzo per ricavare utili. Mentre la rete idrica perde quasi il 50%, loro pensano a speculare”.
Organizzatore dell'evento e voce di spicco del movimento il deputato pd, ed ex sindaco di Anguillara, Emiliano Minnucci: “Siamo qui per difendere un pezzo di vita, dopo mesi di allarmi durante i quali abbiamo provato a farci sentire, Quello del lago è un disastro oggettivo, nonostante ci abbiamo mentito sulle captazioni. Ci hanno tolto oltre un metro d'acqua, ma non ci toglieranno la voglia di continuare la nostra lotta”. Gli fa eco Renato Rizzo, Unione Inquilini, determinato più che mai a difendere i propri diritti: “Dobbiamo coinvolgere i cittadini nella nostra battaglia. Roma ormai è una groviera, Acea sta privatizzando l'acqua della Regione Lazio. Stanno rubando l'acqua pubblica, non possiamo non combattere. Come? In maniere tecnica, ma anche politica”. Punto di riferimento e voce del “popolo” dei laghi Grazia Rosa Villani, Presidente del Comitato per la difesa del bacino, che chiede un cambiamento di rotta ai vertici dell'amministrazione: “Acea deve fare l'interesse dei cittadini, non utili. Deve investire nelle reti. Il nostro è uno psicodramma, causato da un'amministrazione inadeguata. Mi aspetto le dimissioni di Saccani, qualcuno deve pagare. Anche il sindaco Raggi deve prendersi le sue responsabilità, iniziare a fare le cose sul serio”.
A reggere lo striscioni contro la Raggi invece Paola Angelucci e Cristina Coccia, attiviste di Coalizione Civica per Roma: “Acea era definita il fiore all'occhiello del Comune, l'azienda modello. Siamo qui per una mobilitazione consapevole, per far aprire gli occhi. Serve una presa di responsabilità davanti alle promesse in campagna elettorale, rimettere al centro i cittadini. Abbiamo sopportato troppe vessazioni, è ora di dire stop”.