Roma
Alpini neri come le loro penne: dopo 60 anni sfrattata la storica sede romana
L’Associazione Nazionale Alpini deve essere trasferita in un altro stabile in via Sforza, entro il 15 di giugno
Le “penne nere” non ci stanno: dopo 60 anni nella sede romana di viale Giulio Cesare, lo sfratto dell’Associazione Nazionale Alpini ha sollevato la polemica.
Motivo dello sfratto è l'ampliamento del Ministero di Grazia e Giustizia il quale, già da due anni aveva ottenuto dal demanio l’ampliamento dei locali destinati al tribunale civile.
La sede di 300 mq, dalle pareti affrescate da Giuseppe Novello (pittore e membro del battaglione alpini Tirano) era destinata alle attività culturali e di protezione civile dell’Ana ed è frequentata da circa 150 persone. Ospitati nella struttura, anche i cori di Ana Roma e di Malga Roma, composti da circa 50 elementi l’uno.
La nuova sede
Ora gli Alpini dovrebbero trasferirsi, entro il 15 giugno in una nuova sede a via Sforza, dichiarata tuttavia dal presidente dell’Ana Alessandro Federici “inadatta alle attività” in quanto mancante di parcheggi e spazi comuni di dimensioni sufficienti a contenere le riunioni.
Sempre a detta di Federici, a causa degli spazi compressi anche l’attività di protezione civile ne risentirebbe in modo importante - l’attività del corpo si è distinta negli ultimi anni soprattutto nei casi del terremoto di Amatrice e della pandemia a Bergamo: “Mancando gli ambienti comuni, oltre alle difficoltà per i cori, non potremmo svolgere i corsi di aggiornamento di protezione civile. Dove – ha chiesto il presidente - potremmo esercitarci a montare una tenda da campo?"
L’avvocato Camillo Grillo, che ha servito il battaglione Cadore ha messo nero su bianco il dolore dell’Associazione nel lasciare la sua storica sede: “Qui c’è un piccolo museo, tanti reperti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. La storia non si trasferisce”.