Roma
Altaroma 2020: la donna imperfetta si scopre felice. La rivoluzione Morfosis
“Classico non significa vecchio”: la stilista Cappiello anticipa la collezione “Imperfezioni” by Morfosis
di Tiziana Galli
Altaroma gennaio 2020: il brand “Morfosis” di Alessandra Cappiello, cavalcherà la passerella dell’ex caserma capitolina con la collezione Autunno Inverno 2020/21 “Imperfezioni”, dedicata al ritorno donna imperfetta.
Prosegue così il filone creativo della stilista che, con forme fluide e tessuti pregiati continua a investire sul concetto di autenticità disegnando abiti e accessori per donne felicemente imperfette e consapevolmente uniche. Abiti classici ma assolutamente contemporanei, in voga da qui all’eternità per la loro versatilità e la loro “non appartenenza” ai cliché del momento.
Alessandra, ci anticipa la sua collezione?
“E’ una collezione ricca di contenuto, fatta di abiti sempre vivi, pensati per non esaurirsi in un’unica stagione; una collezione che si esprime con materiali pregiati e ricercati, che scelgo regolarmente dimenticandomi dell’aspetto commerciale del lavoro”.
Quali sono i tessuti e i colori utilizzati?
“Posso dire poco, ma posso anticipare che ho usato molte sete, lane con tratti di luce e pelli trattate con attenzione alla sostenibilità. Non ho usato molti colori, ma alla fine i capi neri si bilanciano con quelli colorati e gli accessori sono arricchiti con Svarowski”.
La femminilità che lei propone, mai kitsch e sempre glamour, ha la presenza statuaria delle grandi donne del passato pur essendo declinata in tutte le forme e le sfaccettature necessarie alla donna moderna. Si ritiene controtendenza?
“Lo strano passa e la sostanza resta: il mio è un ideale di femminilità classico, dove “classico” non significa “vecchio”, ma semplicemente “sempre attuale”, non nasce per apparire, ma per essere. Soprattutto vuole sollecitare l’intimo piacere di vestirsi.”
Quindi com’è la donna Morfosis?
“E’ una donna che non segue stereotipi, è consapevole di se stessa e della sua unicità e si diverte nel vestirsi e nel reinterpretarsi”.
Qual è la sua fonte d’ispirazione?
“Tutto per me è fonte d’ispirazione: sono un collettore di immagini, poi nel momento della creazione uno stimolo prende il sopravvento e conduce lavoro. Questa collezione ad esempio è ispirata a tante cose: i bagliori nei tessuti sono un richiamo alla fine degli anni ’60, alle luci della città, al glamour; la leggerezza invece richiama le danzatrici ispirandosi a Pina Bausch”.
Oramai lei ha partecipato a diverse edizioni di Altaroma, sta vedendo dei miglioramenti nell’organizzazione della manifestazione o nel reclutamento del buyer?
“Si, quest’anno ho visto una maggiore solerzia verso il lato commerciale, sono favorevolmente impressionata”.
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