Roma
Altaroma, il messaggio della moda: il bello ci salverà dal baratro economico
Cosa resterà dell'edizione 2020 di AltaRoma: collezioni partorite nel lockdown e la speranza di uscire dal tunnel e tornare a sorridere
di Tiziana Galli
Altaroma 2020: edizione difficile, tecnicamente impegnativa, sanitariamente cavillosa, moralmente necessaria. Apparentemente il mondo si era fermato e dare spazio a quanto superficialmente appariva effimero poteva sembrare di troppo, ma pochi sanno che dietro l’apparenza c’è molta sostanza e il mondo della moda porta con se’ un potenziale economico inimmaginabile, senza contare i risvolti psicologici che implica a cascata.
Quest’edizione è stata caratterizzata da un alto taglio umano: è stata satura di emozioni che si estendevano dalla paura alla speranza. Dubbi e incertezze trapelavano dalle parole dei creativi, ma poi emergeva tanta voglia di farcela, di sopravvivere al baratro economico e di ricominciare.
E quello slancio è rimasto impresso sulle creazioni, per la maggior parte partorite in clausura durante il periodo del confinamento. Quelle collezioni chiedono un riscatto e parlano di vita e di concretezza. E’ finito il tempo degli eccessi, dei tagli senza forma, delle sperimentazioni fatte tanto per far parlare, per abiti immettibili e mood senza contenuto. Sembra finito il tempo del brutto. Ne abbiamo avuto a sufficienza.
Ora le proposte parlano di sogni, presentano abiti portabili, vivibili, lineari o vezzosi, ma rispettosi del corpo, della natura e soprattutto della dignità, del bello, del buono e del ben fatto.
La macchina di Altaroma muove mediamente un indotto di 4-500 presenze tra media, istituzioni e ospiti, ma per consentire anche questa volta la messa in scena dello spettacolo il carrozzone si è ridotto a un numero di 90 selezionatissime presenze: QR code identificativi, gel, mascherine e tanto distanziamento. Ma chissà che questa non sia, poi, la formula giusta, imposizioni sanitarie a parte, chissà che la selezione non sia il criterio più corretto per gestire una manifestazione i cui contenuti devono arrivare a tutti, ma che in se stessa non può essere per tutti, perché la democrazia ne disperde il valore.
Stando a quando comunicato ufficialmente da Altaroma quest’anno hanno preso parte alla manifestazione un totale di ottantotto presenze tra brand e designer; cento rappresentanti tra le categorie dei buyer e gli showroom si sono accreditati sulla piattaforma digitale digitalrunway.altaroma.it e quindici, tra buyer e distributori sono stati presenti direttamente in sala.
Ci sono stati venti eventi in presenza, di cui otto sfilate, dodici in live streaming, sulla piattaforma digitale e oltre ventimila utenti unici hanno seguito on line la trasmissione.
Altaroma continua a essere l’unica ventata di aria giovane e fresca in una città tristemente assopita e soffocata dalla burocrazia e dalla noia. Quest’edizione non poteva mancare, e la necessaria ricaduta in Settembre, piuttosto che in luglio, ha anche attenuato i disagi del caldo romano. Le premesse sono buone, Roma, città eterna, per DNA ha bisogno di mantenere accesa la luce della speranza e di spegnere definitivamente la paura.
E in quest’ottica di buoni propositi non sarebbe male che anche le modelle ricominciassero a sfilare a spalle dritte e a testa alta.