Roma

AltaRoma in testacoda: apre col pret a porter. La speranza in mano a Gattinoni

Il Guido Reni district regala qualche emozione: espongono i vincitori di Who’s on next

di Tiziana Galli


Alta moda che affida il debutto al pret a porter, si parte al ribasso. Così AltaRoma al primo giorno perde l'aggettivo Alta e diventa moda, puntando su  una donna dallo stile un po’ retrò e dalla femminilità anni quaranta, perfettamente ricontestualizzata, che sfila sulla passerella del brand Greta Boldini.

 

Capispalla presi in prestito dal guardaroba maschile, tanto plissé, galoches al posto dei canonici stivali, abiti lunghi e corti dai colori accesi animano la collezione Autunno Inverno 2017/18. Giallo canarino, rosa corallo, verde militare abbinato al melanzana, per uno sogno metropolitano che suggestiona la platea fino all’improvviso risveglio nel momento del “contatto”: tessuti duri e sintetici affievoliscono la magia creata dalla passerella.
Segue Marianna Cimini con una linea pulita e femminile movimentata da delicati fiocchi e rouches. Bianco, verde, nero e rosso i colori più utilizzati insieme al motivo decorativo del bambù che ricorre assiduamente.

Continua in Via Margutta il programma di AltaRoma con un’installazione vivente di dieci quadri moda completamente ispirati all’arte. Il designer Filippo Laterza prende spunto da artisti come Giorgia O’Keeffe, Van Gogh, Matisse, Klimt o Fontana per raccontare la diversità: dieci pittori stilisticamente lontani per una capsule collection di dieci abiti completamente diversi tra loro. Ma è in serata con il grand opening della manifestazione che il sogno ha davvero inizio: moda e artigianato si fondono in maniera magistrale sfoderando le infinite risorse del Made in Italy.


Con mostre che rimarranno aperte al pubblico venerdì, sabato e domenica, tradizione e innovazione si incontrano in A.I. Artisanal Intelligence, per il progetto A.I. Studiò, celebrazione dello studio inteso come luogo magico legato alla creatività dell’artista. Forme di bellezza di matrici differenti vengono accostate in un unico spazio che unisce moda, lusso, artigianato, architettura e design.

Ed è sempre al Guido Reni District che i vincitori della scorsa edizione di Who’s on next, il progetto di scouting ideato da AltaRoma insieme a Vogue Italia, espongono le loro nuove collezioni. Damico Milano, Ioanna Solea, Lodovico Zordanazzo, Pugnetti Parma, Schield, Azzurra Gronchi, Akhal Tekè: i sette designer espongono con un allestimento progettato da Federica Batta, una studentessa del Master in “Exhibit & Public Design”, diretto dalla professoressa Cecilia Cecchini del dipartimento di “Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura ” della Sapienza di Roma.

Il brand Akhal Tekè, di luxury shoes completamente realizzate a mano, si ispira alle decorazioni dei cavalli turcomanni proponendo calzature dai ricami sofisticati. Ricercati ed eleganti i gioielli in ottone bagnato d’ argento di Schield, disegnati da Roberto Ferlito e realizzati da maestranze artigiane di Forlì. Prodotti dal costo relativamente democratico: “La collana più costosa viene sui duemila e duecento euro in negozio”, afferma il designer riferendosi ad un esemplare estremamente lavorato e rifinito nel dettaglio.
Parte da una tradizione di famiglia la passione di Azzurra Gronchi per il pellame. La designer realizza borse dai colori delicati e dalle fogge disinvolte che consiglia “anche per andare in bicicletta”.

E’ riduttivo chiamare scarpe le calzature di Lodovico Zordanazzo “sono scarpe gioiello che nascono da un’ispirazione dedicata alla disco-music” racconta il designer, “la loro lavorazione è artigianale e viene eseguita interamente in Veneto. Dal disegno alla consegna del prodotto, passando per tutte le fasi di lavorazione impegnano circa sei mesi di lavoro”.