Alzheimer, dopamina tra le cause: lo studio della Fondazione Santa Lucia IRCCS
La ricerca rivoluzionaria è stata condotta su 170 pazienti in collaborazione con l'Università Campus Bio-Medico di Roma
La dopamina, un neurotrasmettitore che è da sempre al centro dei trattamenti farmacologici di pazienti affetti dal Parkinson, potrebbe rivelarsi efficace anche per contrastare i deficit cognitivi e di comportamento provocati dall'Alzheimer.
Questa l’ipotesi terapeutica confermata da uno studio condotto dai ricercatori della Fondazione Santa Lucia IRCCS in collaborazione con l’Università Campus Bio-Medico di Roma su 170 soggetti, in parte affetti da Alzheimer conclamata e in parte in fase preclinica di demenza.
“Abbiamo osservato struttura, dimensioni e funzioni del cervello dei pazienti attraverso immagini ad alta risoluzione ottenute con risonanza magnetica funzionale e strutturale a tre tesla – spiega Laura Serra, Ricercatrice del Laboratorio di Neuroimmagini dell’Irccs Santa Lucia – e abbiamo constatato che la progressiva degenerazione di alcuni circuiti dopaminergici concentrati soprattutto nella parte centrale e profonda del cervello è direttamente collegata con i deficit di comportamento che manifestano questi pazienti”.
Si rafforza così l’idea di trattare i pazienti affetti da malattia di Alzheimer con farmaci che consentano di modulare correttamente l’attività dei circuiti dopaminergici rispetto alle cure farmacologiche finora principalmente concentrate sui circuiti colinergici. Una novità di paradigma che va considerata con prudenza, ma che si fa progressivamente largo in ambito scientifico e offre nuova energia alla ricerca sulla malattia di Alzheimer dopo le battute d’arresto temute con il ritiro di importanti case farmaceutiche dai programmi di ricerca su questa malattia, che interessa solo in Italia 600 mila persone e ne coinvolge un numero molto superiore se si considerano anche i soggetti affetti da demenza preclinica.
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