Roma

Ama alla canna del gas, il Cda si dimette: fatale la guerra sul bilancio 2017

Tensioni con la Raggi ed il Campidoglio sul bilancio 2017 alla base delle dimissioni: l'addio dopo 100 giorni di problemi

Il Cda di Ama si è dimesso. Dopo poco più di 100 giorni dall'insediamento, la presidente Luisa Melara, l'ad Paolo Longoni e il consigliere Massimo Ranieri hanno comunicato il loro addio ai dirigenti della municipalizzata dei rifiuti, durante una riunione convocata verso ora di pranzo nella sede di Calderon de la Barca.

 

La decisione di dimettersi sarebbe maturata dopo le ultime tensioni con il Campidoglio sul bilancio 2017 di Ama, già all'origine delle dimissioni dell'assessore capitolina Pinuccia Montanari e della revoca del Cda di Lorenzo Bagnacani nel febbraio scorso.

Melara, Longoni e Ranieri avrebbero cercato fino all'ultimo una apertura da parte dell'azionista ma anche l'ultima richiesta di un incontro con la sindaca di Roma Virginia Raggi non avrebbe avuto alcuna risposta.

Le dimissioni del Cda di Ama non sarebbero legate alla posta dei 18,3 milioni di crediti sui servizi cimiteriali, ma dall'"assoluta inerzia" del Comune. Lo scrivono i consiglieri del Cda di Ama in una lettera alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, nella quale annunciano le loro dimissioni.   "Il tema non è la posta di bilancio - si legge nella lettera - peraltro assolutamente neutra rispetto al risultato dell'esercizio e al patrimonio netto della società. Ma è assai più grave, e probabilmente più scomoda per la sua amministrazione, e verte esclusivamente sulla assoluta inerzia e constatata mancanza di una fattiva e concreta collaborazione con Ama per superare le situazioni di criticità riscontrate su più piani, durante i 104 giorni di governo societario".

"A scanso di ogni possibile equivoco ed eventuali strumentalizzazioni - scrivono i consiglieri dimissionari - anche in riferimento a vostri recenti comunicati stampa (rivolgendosi alla sindaca Raggi, ndr), è il caso di chiarire che a spingerci ad adottare la decisione" di rassegnare le dimissioni "non è la vicenda tanto inopportunamente (e non correttamente) sbandierata del nostro terzo progetto di bilancio con particolare riferimento alla posta dei 18,3 milioni dei servizi cimiteriali"; e sul punto, proseguono, "ci permettiamo di farle rilevare che detta posta è stata da lei ratificata con l'approvazione del bilancio chiuso al 31/12/2016 ed è stata oggetto di una delibera della giunta capitolina, la numero 21 dell'8 febbraio 2019". Melara, Longoni e Ranieri sostengono di aver "inequivocabilmente dichiarato la disponibilità, una volta conclusa tutta l'istruttoria da parte di Roma Capitale, ad innestare tra il consiglio di amministrazione di Ama e Roma Capitale un confronto valutativo su ogni singola questione riguardante il predetto progetto di bilancio". Ma lamentano la "assoluta inerzia" del Campidoglio che, così scrivono, "viene stigmatizzata non tanto per questioni di natura meramente formale, ma più che altro di merito perché le emergenze di Ama e la corretta esecuzione dei servizi senza la partecipazione di Roma Capitale, per quelle che sono le sue specifiche e uniche prerogative con qualità di interventi e tempi di risposta compatibili e coerenti con la situazione critica ed emergenziale presupposta, non possono essere affrontare e risolte".

La Raggi avrebbe trovato già il nuovo amministratore unico di Ama: è Stefano Zaghis. Il sindaco ha quindi dato mandato agli uffici di avviare la procedura per la nomina.

 

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