Amatrice, nel cratere del sisma esplode la guerra dei cinghiali
Protestano le associazioni ambientaliste contro il Prefetto di Rieti che chiede di riaprire la caccia
Il Prefetto di Rieti chiede di riaprire la caccia al cinghiale in tutta la provincia, incluse le zone colpite dal terremoto. Ed è nuova guerra tra ambientalisti e cacciatori.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dalla richiesta di chiusura dell'attività da parte dello stesso prefetto, a garanzia di maggiore sicurezza delle popolazioni del sisma. Immediata la reazione delle associazioni ambientaliste.
“Bene aveva fatto la Regione a chiudere la caccia nelle aree terremotate. Dopo così poco tempo, non può essere cambiato molto in termini di sicurezza ” dichiarano Legambiente, WWF, Lipu Lazio, Lav e Enpa. “Chiediamo al Prefetto di Rieti di confermare il rischio evidente per i cittadini – proseguono gli ambientalisti - e alla Regione di non far ripartire l'attività venatoria”. “Le polemiche e le critiche da parte del mondo della ciaccia sono irresponsabili e fuori luogo nel contesto del sisma e dimostrano anche quanto la questione legata al reimmmisione della specie sia strumentale e funzionale solo al mondo venatorio”.
L'abbondante presenza di esemplari nel reatino rappresenta da sempre un rischio per agricoltori, allevatori e i cittadini, in particolare nella zona di Amatrice e della piana reatina. Il grande numero di cinghiali, infatti, provoca danni alle colture e altre specie in allevamento, oltre ad essere pericoloso per gli abitanti, soprattutto per chi si trova in una sistemazione provvisoria dopo il 24 agosto. Coldiretti ha stimato, infatti, che in 12 anni i danni causati dai cinghiali si aggirano intorno ai 17 milioni di euro, 13 dei quali dovuti proprio agli assalti alle attività agricole, quattro agli incidenti stradali, alcuni dei quali anche mortali. Solo lo scorso 6 ottobre, la Giunta della Regione Lazio aveva approvato una legge per l'abbattimento controllato della specie nelle zone non ritenute idonee alla presenza degli animali. “Si contano dovunque e a centinaia gli incidenti legati alla caccia. L’ultimo episodio – ricordano le associazioni - è accaduto a Terni, a pochi chilometri da Rieti, quando un cacciatore ha esploso un proiettile, che è finito sul vetro poi sul muro di un istituto scolastico a 400 metri di distanza”.
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