Roma
Amazon regala detersivi sperando in recensioni: se vende son soldi. Forse




La dura vita degli influencer alle prese con Product Sampling di Amazon. Dove però non c'è l'obbligo di recensire il prodotto
Detersivi, biscotti, lamette da barba spediti a casa in cambio di una recensione. Lo fa anche Amazon attraverso il programma product sampling – in totale trasparenza – ma la news relativamente nuova sta impazzando su Tik Tok, sta creando un hype usando il linguaggio destrutturato degli influencer.
Il sogno di dieci, cento, mille Ferragni è a portarta di mano: se avete un discreto numero di persone che vi seguono su Instagram, Facebook, Whatsapp e TikTok in teroria si possono fare soldi. A palate. Più seguaci, più acquisti e maggiori guadagni recensendo i prodotti in vendita sulla piattaforma. Semplice e lineare se non ci fosse un’ombra grande come il Titanic nel ragionamento.
La bolla di soldi in cambio di recensioni si è moltiplicata
L’evento si è gonfiato ed è rimbalzato assumendo connotazioni diverse da quella di partenza, le conclusioni sono false e romanzate. Amazon ha creato un programma articolato e dedicato per gli influencer, e paga in percentuale chi fa vendere i suoi prodotti con una recensione dopo aver testato un prodotto. Un paradosso lampante destinato esclusivamente ad accrescere i numeri di vendita del colosso americano.
Oste, il vino è buono?
Chi recensirebbe oppure perderebbe tempo, per esempio, parlando di un albero di Natale spelacchiato? In termini di soldi se il prodotto non viene venduto non produce nulla e niente di conseguenza arriva a chi ha sgobbato. E poi, perché mettere la propria faccia su un giudizio negativo? In soldoni questa gigantesca spirale autoreferenziale si riduce al prosaico: “Oste, il vino è buono?”. Una bolla che rischia di far perdere attendibilità a qualsiasi giudizio, un’idea figlia del “tutti possono fare tutto” e tutto fa spettacolo senza alcun paramento oggettivo di riferimento. Come disse Peter Falk alias il Tenente Colombo una volta: “Mia moglie a un’asta ha comprato per tre dollari un tostapane, non ha mai funzionato ma è diventato un ottimo poggiapiedi”. La battuta rende bene la follia alla quale si va incontro seguendo modelli di giudizio simili.
Il dubbio dell'oggettività
Senza alcuna competenza personale chiunque può lanciarsi in valutazioni apodittiche, stroncature o panegirici di una bottiglia di vino o di una motosega svedese ultimo modello. La piattaforma guadagna a prescindere per il traffico di utenti che riceve, se non si acquista quel modello perché ritenuto di scarsa affidabilità ma se ne può sempre cercare un altro vista la vastità dell’offerta. Parimenti se il numero degli influencer di un personaggio è così alto una percentuale degli adepti può decidere di acquistare semplicemente per emulare il proprio idolo. Insomma, l’oggettività si riduce a zero o quasi.
La storia del libro mal scritto che che bisognava leggere
Il rovescio della medaglia inteso come “colpo del cartoccio”, in una variazione sul tema, lo raggiunse un critico letterario in una recensione negli Anni settanta: scrisse che un famoso romanzo, del quale fortunatamente nessuno ricorda mai titolo e autore, era così sciatto dal punto di vista estetico (impaginazione, grafica ecc.) e stilisticamente povero da dover essere adottato in tutte le scuole di scrittura italiana come modello da evitare. Ma prima andava letto, studiato e… acquistato. Vendite assicurate, vergogna pure.