Roma

Ambulanti e bancarelle, a Roma si scatena il finimondo. Il Pd assedia l'M5S

"Vergogna m5s prima accusa i giornali di dare false notizie poi costringe a consiglio notturno per salvare bancarelle amiche"

Ambulanti, mercati e mercatini: la delibera del Movimento Cinque Stelle che trasforma quella che una volta fu la città gioiello in un suk permanente e con multe ridicole, scatena il finimondo.

 

Non è bastata una maratona notturna in Assemblea Capitolina al M5S per riuscire ad approvare il nuovo regolamento del commercio su area pubblica, ovvero il testo che disciplina la vendita da parte degli ambulanti e i mercati.
La seduta, iniziata martedì alle 15, è stata sospesa stamattina attorno alle 7 e riconvocata per domani. Durante l'apertura dei lavori si sono registrati momenti di tensione tra il gruppo M5S, che ha esposto cartelli contro le opposizioni, alcune associazioni di venditori ambulanti e i giornalisti, denunciando "bugie" nella narrazione dei contenuti del provvedimento.
Una singolare protesta della maggioranza con metodi da opposizione, accompagnata dalla distribuzione di una 'black list' di testate giornalistiche e singoli cronisti additati di non raccontare "la verità" sul provvedimento, seguita da una conferenza stampa improvvisata dal M5S dopo i disordini in Aula nel corso della quale non è stato consentito fare domande.
L'ira del Pd

"Vergogna m5s prima accusa i giornali di dare false notizie poi costringe a consiglio notturno per salvare bancarelle amiche". Così su Twitter la consigliera capitolina Pd Ilaria Piccolo.
“Quella tracciata sull’ambulantato dal M5S è una incomprensibile linea gotica, un vallo atlantico a difesa delle bancarelle e dei camion bar. L’aula Giulio Cesare è stata costretta ad un assurdo ‘tour de force’ notturno su un provvedimento che ha ricevuto i pareri contrari degli uffici sulla regolarità contabile e tecnico amministrativo e a cui sui è aggiunta anche la bocciatura del I° municipio. Hanno scritto un nuovo regolamento sull’ambulantato all’interno del gruppo M5S e non nell’assessorato di riferimento, di fatto esautorando l’assessore Meloni. Si porta in aula un provvedimento su una materia controversa senza alcuna  consultazione con le categorie del commercio e con le associazioni dei residenti che contestano il nuovo regolamento.
Dopo un anno di immobilismo l’M5S schiera le truppe a mo’ di testuggine romana a difesa di privilegi monopolistici consolidati e dell’abusivismo.

Quale emergenza per la città ha indotto i 5 stelle ad organizzare una furiosa battaglia d’aula che si è protratta fin oltre le sette del mattino senza esito e con costi ingenti di personale e vigilanza?
Quale urgenza ha indotto il capogruppo M5S e la maggioranza a voler discutere un regolamento controverso e iniquo, emendato dallo stesso primo firmatario e che potrebbe finire sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti?
Tanto attivismo comparato ad altrettanta opacità ingenera sospetti. Sospetti più che legittimi perché finora la giunta e la maggioranza su altre questioni spinose come l’emergenza  rifiuti, il trasporto, il decoro e la riorganizzazione delle partecipate comunali continuano ad essere latitanti e continuano ad arrampicarsi  sugli specchi con l’arroganza di chi non ascolta e non accetta confronti. E guai a chi prova ad  avanzare critiche, allora scatta la lista di proscrizione come quella sui giornalisti rei di lesa maestà. Roma rischia di affondare nell’immobilismo e nelle inadeguatezze ma guai a toccare le bancarelle.” Così in una nota il consigliere del PD Capitolino Marco Palumbo.