Roma
Andrea Purgatori, il dolore dei figli in una lettera: “ Una catastrofica sequela di errori dovuti ad imperizia e imprudenza”
Edoardo, Victoria e Ludovica Purgatori affidano la ricostruzione surreale della morte del papa ad una lettera-denuncia
“Da quel giorno è passato più di un anno ormai: autopsie, esami, dibattiti, riscontri. Due mesi e mezzo di agonia studiati meticolosamente e riassunti con precisione all’interno di 115 pagine. Il libro sul tuo decesso”. Lo scrivono i figli del giornalista Andrea Purgatori, Edoardo, Victoria e Ludovico, in una lettera al padre, morto nel luglio del 2023.
Ora per il decesso del giornalista 4 medici rischiano di finire a processo per omicidio colposo dopo che la Procura di Roma ha chiuso le indagini.
"Le metastasi cerebrali? Mai esistite"
Scrivono i figli: “Le risposte alle domande che, in tua mancanza, abbiamo posto noi. Risposte pesanti che feriscono il cuore. Le metastasi cerebrali? Mai esistite, ma non solo… perché quelle pagine parlano di molto altro. Una catastrofica sequela di errori dovuti ad imperizia e imprudenza che, oltre a costringerti ad una dura terapia inutile, hanno anche e soprattutto ritardato le diagnosi e cure di cui avevi realmente bisogno. Per non parlare della possibile falsità di certificazioni sanitarie necessarie a nascondere il tutto… perché, davvero, non ne vogliamo ancora parlare”.
“Mi sento fiacco e ti sei affidato ad amici, i migliori di Roma”
“Più di un anno fa ci hai detto ‘mi sento fiacco’, e da un commento alla leggera è iniziato tutto. Hai provato a risvegliarti da questo incubo affidandoti a dei professionisti. Degli amici. D’altronde, sono i migliori medici delle migliori cliniche della capitale, ci dicevi. Cosa potrà mai andare storto?” scrivono i tre figli, assistiti dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri. E proseguono ricordando il calvario passato dal giornalista: “Cominciano le cure, ma invece di migliorare, la tua salute peggiora. Poi, verso la fine, un dubbio. Un parere medico che discorda da tutto ciò che fino a quel momento è stato dato per scontato. Quando te l’abbiamo condiviso hai sbuffato. E gli amici che ti curavano, continuavano ad assicurarti che senza ombra di dubbio la loro diagnosi era quella corretta. Così l’uomo che per il bene del prossimo ha fondato la sua carriera sulla ricerca della verità, nel momento in cui si è trovato protagonista del suo stesso caso, ha voluto fidarsi”.
"D'altronde era i migliori medici delle migliori cliniche di Roma"
“Inizialmente ci hai fatto arrabbiare. Ma provando ad immedesimarci, nell’affrontare la morte, attanagliati dalla paura, chi non si sarebbe fidato? D’altronde, erano i migliori medici delle migliori cliniche della capitale. Cosa potrà mai andare storto?”.