Roma
Andrea Ruggieri scuote Forza Italia, la proposta di legge per tassare la...
Il deputato FI Andrea Ruggieri presenta la proposta di legge per tassare la prostituzione: iscrizione a un registro e visite sanitarie mensili. No case chiuse
di Fabio Carosi
Prostituzione, arriva la proposta di legge per porre fine allo sfruttamento, controllare lo stato di salute delle “operatrici” e, soprattutto, pagare tasse e contributi previdenziali.
A presentarlo, il deputato di Forza Italia, Andrea Ruggieri, già responsabile del settore Tv del partito di Silvio Berlusconi, giornalista e autore Rai, ma anche agli onori delle cronache per la parentela con Bruno Vespa (è il nipote, ndr) e per la relazione con Anna Falchi che “tutt'ora dura, alla faccia del gossip”.
Ruggieri martedì mattina ha presentato così la proposta che non prevede la riapertura delle case chiuse ma solo una regolarizzazione “professionale” del mestiere più antico del mondo, attraverso l'obbligo di iscrizione a un “registro” comunale che permetterà, qualora approvata la proposta di poter esercitare liberamente. La “Legge Ruggieri” vincolerà l'iscrizione al Registro all'ottenimento di un certificato di idoneità sanitaria, rilasciato dalle Asl competenti per territorio almeno una volta al mese dal medico di medicina generale, “il quale può sospendere la validità al fine di richiedere ulteriori accertamenti sanitari”. Una volta iscritte al registro, i nominativi delle prostitute saranno trasmessi agli uffici dell'amministrazione tributaria, “per le attività di competenza”.
“La prostituzione in Italia è consentita – spiega l'onorevole Ruggieri –, dunque è lecita. Lecita ma non disciplinata e che produce effetti come disordine nei quartieri, come accade all'Eur, e poi il sistema non garantisce lo stato di salute delle esercenti. Le prostitute vorrebbero pagare le tasse ma non possono e lo Stato rinuncia a una cifra pari a circa 8 miliardi”.
Prosegue Ruggieri: “Si stima che siano tra le 50 e 70 mila, di cui 2 mila sarebbero minorenni e molte lo fanno in condizione di schiavitù. Io non approvo la scelta di una donna, ma siccome io non faccio il giudice etico, dico che se una donna legittimamente ed autonomamente decide di esercitare quella professione, credo che sia meglio che lo faccia in regime di libertà personale che in regime di schiavitù. Per tutta questa serie di motivi e per l'interesse del Fisco, credo sia arrivata l'ora di disciplinare un fenomeno che la legge consente ma non disciplina. Se non si vuole appoggiare questa proposta di legge lo si deve dire chiaramente e mettere fuori legge l'attività con tanto di sanzioni”.
Insomma, nessuna casa chiusa e libero esercizio della professione estesa indifferentemente a uomini, donne e trans senza distinzione di sesso, come previsto dall'Art. 4 e con una serie di obblighi per Asl e Tributi di massimo rispetto della privacy. Anche per i clienti, la cui identità sarà oggetto di massima tutela. Resta ai sindaci la facoltà di esercitare la libertà di vietare in alcune zone. Insomma invece che quartieri a luci rosse, quartieri vietati.
E per chi una volta intrapresa la carriera, volesse smettere, la proposta prevede la cancellazione immediata di tutti i dati sensibili. Nel frattempo pagherà le tasse e potrà versarsi i contributi previdenziali. Insomma, una libera professione che prevede l'obbligo di “non turbare la quiete, la sicurezza o l'ordine pubblico”. In un Paese dove le leggi sono composte da decine di articoli in pieno stile borbonico, la semplicità della proposta Ruggieri e la sua applicabilità immediata, lasciano sbalorditi. Il resto è dibattito politico ed etico.
E conclude Ruggieri mandano un messaggio ai colleghi di partito: “La mia proposta è una prova per ciò che dovrà tornare ad essere Forza Italia, un vero partito liberale”. Sfida lanciata.