Roma
Anzio, voto di scambio con la mafia, l'ex sindaco De Angelis a rischio arresto
Indagato già da 3 anni, l'ex primo cittadino di Anzio venerdì all'interrogatorio di garanzia. Le intercettazioni dell'operazione Tritone
Scambio di voti politico-mafioso: nuovo terremoto a Anzio dove la Direzione Distrettuale Antimafia ha indagato sulle elezioni che portarono Candido De Angelis a diventare sindaco nel 2018. Secondo l'accusa alcuni politici avrebbero beneficiato dei favori elettorali dei boss mafiosi finiti in carcere con l'operazione Tritone.
De Angelis, poi decaduto col commissariamento del Comune, insieme agli ex assessori Giuseppe Ranucci e Walter Di Carlo e gli ex consiglieri comunali Lucia Pascucci, Cinzia Galasso venerdì 12 aprile sosterranno gli interrogatori di garanzia nel tribunale romano di piazzale Clodio, accompagnati dai loro legali. L’accusa è di scambio elettorale politico mafioso, reato previsto dall’articolo 416 ter del codice penale, che prevede la reclusione da quattro a dieci anni.
Gli effetti dell'operazione Tritone
Il provvedimento è una conseguenza dell’indagine Tritone, che fino a questo momento non aveva ancora portato al centro nessun personaggio politico locale, mentre a Velletri prosegue il relativo processo nei confronti dei tanti indagati facenti parte della locale di ‘Ndrangheta creata ad Anzio e Nettuno.
A piazzale Clodio l'interrogatorio di garanzia
Al termine, poi, il giudice deciderà se disporre delle misure cautelari nei confronti degli indagati. Negli atti dell'indagine c'è nero su bianco il condizionamento delle elezioni, nonché le intercettazioni tra esponenti dei clan che avrebbero preso accordi su come far confluire i voti. Le intercettazioni avrebbero portato all'iscrizione nel registro degli indagati di De Angelis, già 3 anni fa.