Roma
Appalti pubblici: in Italia 279 giorni per l'aggiudicazione delle gare, siamo gli ultimi in Europa. I dati Anac
In Francia e Germania si attende 100 giorni. Tabacchiera, Confapi Roma e Lazio: "Modificare la legge per limitare le procedure negoziate"
L’Anac ha presentato un report compartivo tra i tempi di aggiudicazione in Italia e quelli degli altri Paesi europei. Dai dati emerge che l’Italia presenta tempi di aggiudicazione delle procedure di appalto di rilevanza comunitaria mediamente più alti rispetto agli altri Paesi europei: circa 279 giorni per le procedure di appalto di rilevanza comunitaria espletate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
A rendere noto lo studio dell'Anac è l'assocazioni Confapi di Roma e del Lazio che spiega: “La differenza tra i tempi di aggiudicazione degli appalti risulta particolarmente marcata nei confronti di Francia e Germania, che riportano tempi medi pari a rispettivamente 102 e 84 giorni; mentre più ridotte, ma pur sempre sostanziali, sono le discrepanze con la Spagna (180 giorni)”.
Superati anche per le gare col criterio del prezzo più basso
La maggiore efficienza nei tempi di aggiudicazione di Francia e Germania rispetto all’Italia si vede anche con le aggiudicazioni effettuate con il criterio del prezzo più basso. In Italia, il tempo medio di aggiudicazione di queste aggiudicazioni è di 195 giorni, in Francia e Germania è rispettivamente di 95 e 54 giorni, in Spagna di 145.
Emerge comunque un calo significativo negli ultimi anni, che ha ridotto, ma non eliminato, la differenza con gli altri Paesi: nonostante nel 2018, 2019 e 2020, l’Italia impiegasse in media circa il triplo di Francia e Germania nell’espletare le procedure di aggiudicazione dei bandi pubblici, nel 2021 il valore raggiunto dall’Italia era pari a 243 giorni.
Tabacchiera, Confapi: "Legalità ed efficienza sono un obiettivo ma anche la concorrenza"
"Per noi è assolutamente prioritario garantire trasparenza e concorrenza effettiva sul mercato degli appalti. Anac ha rilevato che nello scorso anno con la procedura aperta sono state assegnate solo il 17,4% degli affidamenti; il 28,5% ha riguardato la procedura negoziata senza bando e per il 49,6% è stato utilizzato l’affidamento diretto. In un sistema economico costituito prevalentemente da piccole e medie imprese, appare inaccettabile sottrarre al mercato circa l’80% degli appalti.
Per questo stiamo sollecitando da tempo una modifica legislativa che limiti la possibilità di utilizzo delle procedure negoziate e imponga di utilizzare le procedure aperte sopra una certa soglia. Riaffidare gli appalti al mercato e alla concorrenza è una priorità assoluta”.