Roma

Il terrore della malavita romana Johnny lo Zingaro torna in carcere

Si erano rifugiati entrambi a Taverna d'Arabia, a casa di alcuni parenti di lei

È finito in manette Giuseppe Mastini, noto col soprannome di Johnny lo Zingaro, il latitante che dal 30 giugno aveva fatto perdere le proprie tracce fuggendo ai domiciliari.

 

L'uomo è stato rintracciato tramite l'utilizzo di alcune telecamere di sicurezza a Taverne d'Arabia, in provincia di Siena, dove si era rifugiato insieme alla compagna, Giovanna Truzzi, anche lei in fuga dagli arresti domiciliari.
Condannato all'ergastolo nel 1989, Johnny lo Zingaro aveva scontato la pena in carcere, poi nel 2016 gli era stato concesso il regime di semilibertà che gli permetteva di svolgere un lavoro all'esterno del carcere. Il 30 giugno non si era presentato alla scuola dove faceva manutenzione ed erano partite le ricerche delle autorità. Dopo la fuga a Genova, documentata da alcune telecamere di sicurezza, la Polizia aveva avuto un riscontro della sua presenza a Pietrasanta, dove la compagna risiedeva ed era reclusa ai domiciliari, poi la fuga di entrambi.
A Taverne d'Arabia i due si nascondevano a casa di alcuni parenti di lei, ma un'operazione coordinata dal Servizio centrale operativo ha permesso la loro cattura dopo meno di un mese di latitanza.