Roma

Arte, i capolavori della collezione italiana di Rubens conquistano la Spagna

Le opere italiane di Rubens sbarcano a Siviglia grazie ad Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale

I capolavori italiani di Peter Paul Rubens conquistano la Spagna. La mostra intitolata “Rubens: Ercole e Deianira. Capolavori dalle collezioni italiane” sbarca a Siviglia grazie ad Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale.

 

La mostra è stata inaugurata mercoledì a Siviglia nel magnifico Museo Palacio de la Condesa de Lubrija ed è stata fortemente voluta da un grande mecenate come Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, che con questa iniziativa torna alle radici delle proprie origini familiari, visto che discende da una delle più antiche e illustri casate di epoca medievale della Spagna e dell'Italia meridionale (1263).

“Rubens: Ercole e Deianira. Capolavori dalle collezioni italiane”, realizzata da Poema, Comediarting e Arthemisia, con il patrocinio del Comune di Siviglia, è curata da Anna Maria Bava, Direttore della Galleria Sabauda di Torino con la collaborazione di Cristina Carrillo de Albornoz de Fisac. “Ercole nel giardino delle Hesperides” e “Deyanira tentata dalla Furia” sono le due grandi tele di Rubens conservate presso i Musei Reali di Torino – Galleria Sabauda che dal 4 aprile al 22 settembre dialogheranno con le figure mitologiche che popolano le decorazioni del museo, gli arabeschi del patio e i busti marmorei di ispirazione classica greco-romana conservati nel Palazzo spagnolo.

“Sono davvero lieto – dice Emanuele a Gabriele Simongini de 'Il Tempo' – di aver contribuito a portare a Siviglia, splendida città di un Paese, la Spagna, che particolarmente amo, queste due importanti opere di Peter Paul Rubens, provenienti dai Musei Reali di Torino, le quali trovano oggi un'ideale collocazione nello splendido Palacio de la Condesa de Lebrija. I dipinti, assai significativi per il loro contenuto filosofico, morale e allegorico, che supera quello immediato di semplice narrazione di gesta eroiche, appartengono all'ultimo periodo di vita di Rubens, che soggiornò e lavorò a lungo sia in Spagna, soprattutto a Madrid, sia in Italia, in particolare a Firenze, Genova e Roma. Egli si qualifica come l'indiscusso capofila del Seicento fiammingo, caratterizzato, appunto, da una spinta italianeggiante e classicheggiante, e non a caso fu tra i primi artisti a contribuire in Italia allo sviluppo dell'arte barocca. Dal punto di vista stilistico, il dittico mostra con evidenza la maturazione di Rubens, svelando un equilibrio più marcato e una scansione maggiormente simmetrica dei personaggi, distribuiti in modo più armonioso nello spazio e dotati di un risalto plastico”.