Roma

Arte e preziosi: vendesi in rete argenti, gioielli e monete. Rare le aste

Babuino, Colasanti e Dams: in rete i cataloghi delle case d'asta romane. Collezionisti e investitori italiani in ritirata

di Maddalena Scarabottolo

Arte e preziosi? Ormai si vendono solo su internet. L'e-commerce ha soppiantato la liturgia del battitore che leggeva le dita sollevate dei presenti e “congelava” l'opera sino all'offerta successiva. Era poi il classico martelletto ad aggiudicare il bene al miglior offerente. Ormai è roba dal film: si acquista l'arte come si fa trading: col computer.

Babuino, Colasanti e Dams sono delle case d'asta di Roma che rappresentano vere e proprie istituzioni nel mercato dell'arte. Operano in questo ambito da ben più di trenta o quarant'anni senza interruzioni. Istituzioni che hanno saputo tramandare passione e tradizione da padre in figlio tenendosi al passo con i tempi e con i continui cambiamenti di mercato.

Elisabetta Muratori, responsabile media della casa d'asta Babuino, evidenzia il fatto che dall'avvento di Internet, per quanto riguarda la vendita delle opere d'arte, c'è stato un cambio di direzione importante. “Non sono più le sedi delle case d’asta il luogo in cui avviene l’acquisto, bensì il multimediale. Non ci sono più le case d’asta fisiche a dominare il mercato. Il fenomeno è planetario”. E' di questo avviso anche Francesca Colasanti, titolare della casa d'asta omonima, in quanto “ogni singolo catalogo, di ogni singola casa d'asta è pubblicato online e di conseguenza ogni lotto è sotto la lente di ingrandimento di eventuali compratori, che siano essi collezionisti privati o mercanti”.

Il mercato dell'oggetto d'arte, in questo modo, ha sicuramente una visibilità maggiore e la casa d'asta un raggio molto più ampio d'azione. Le vendite non vengono indirizzate solamente verso collezionisti e clienti affezionati alla maison, ma possono arrivare fino all'altra parte del mondo. Il pubblico al quale oggi una casa d'asta può far riferimento grazie ad Internet è molto diversificato.

Luca Lispi, banditore della casa d'asta Dams definisce il web e i possibili clienti come “una riserva di caccia”, una metafora che fa capire la portata che questo fenomeno ha assunto negli ultimi anni. Se trenta o quarant'anni fa la clientela italiana era in percentuale maggiore rispetto a quella straniera, oggi la situazione si è capovolta.

I dati registrati dalla casa d'asta Babuino evidenziano che “la maggioranza degli acquirenti sono europei. Gli acquirenti italiani, che prima erano gli acquirenti principali, ora sono scesi in maniera esponenziale rispetto a quelli europei, asiatici e americani”. La Muratori sostiene che la forte presenza internazionale via rete cambia anche la richiesta dell'oggetto da collezionare. “Al momento i trend più in crescita infatti sono gli argenti, i gioielli e le monete perché si tratta di un impegno semplice che non ha pesanti costi di manutenzione, trasporto e custodia”.

Luca Lispi dalla casa d'asta Dams, conferma: “L'attenzione degli acquirenti si è spostata verso oggetti più piccoli come le famose curiosità delle Wunder Kammer. Inoltre afferma che “il mercato è diventato sempre più selettivo rispetto al passato. Si è un po' tornati al vecchio concetto anni '50 dell'oggetto d'arte da collezionare piuttosto che arredare con l'antico”.

Francesca Colasanti sottolinea che oggi si ha sempre più la sensazione che “l'acquirente oltre che per la bellezza dell'oggetto compri in funzione di un valore che resta immutato nel tempo”. Il lavoro svolto dalle case d'asta, nonostante la crescita della vendita online rispetto alle vendite in sala, rimane insostituibile per questo mercato di nicchia. Saranno sempre un punto di riferimento per la clientela perché solo istituzioni di questo tipo possono dare informazioni puntuali per quanto riguarda lo stato di conservazione dell'opera, la corrente artistica dell'autore, garantire l'autenticità e lo stato di conservazione. Questi motivi rendono Lispi sicuro del fatto che “l'incidenza delle case d'asta sarà sempre più elevato”. Queste istituzioni per Elisabetta Muratori e per la casa d'asta Babuino sono “uno spettacolo che deve continuare, un mondo così affascinante non può morire nel breve”.