Roma

As Roma sotto assedio. De Rossi via, "vendetta" dei tifosi: “No allo stadio”

Assedio giallorosso all'Eur, cori e striscioni contro l'addio di De Rossi: "Lo stadio non lo vogliamo"

L'addio di De Rossi spacca l'As Roma. Il fronte del “no” allo Stadio della Roma si arricchisce anche di molti tifosi giallorossi, determinati a contestare la presidenza Usa di James Pallotta in ogni modo. Sotto la sede dell'Eur cori e striscioni, il messaggio è chiaro: “No allo stadio di Tor di Valle”.

 

“Ci togli De Rossi? E noi ci teniamo l'Olimpico”. È “occhio per occhio” il motto di una larga frangia del tifo romanista, che, delusa dalla “cacciata” del capitano romano e romanista, sembra determinata a tutto pur di fare uno sgarbo alla società. A contestare la decisione di allontanare De Rossi oltre un migliaio di tifosi, accorsa sotto la sede dell'Eur, in viale Tolstoj, con cori, striscioni e fumogeni. Una protesta nata sui social e sfociata in piazza, che ha in qualche modo compattato sostenitori di ogni genere; dai gruppi organizzati della Curva ai semplici delusi.

 

Baldissoni, Fienga e Pallotta i bersagli preferiti dei manifestanti, guardati a vista da poliziotti in tenuta antisommossa. "Noi lo stadio non lo vogliamo", “Vendi la Roma e non rompe li co….”, “Le leggende non si toccano” gli slogan più gettonati, ed ancora "Pallotta-Roma, mai Stati Uniti" scritto su un muro. Nessuna tensione con le forza dell'ordine però, tifosi di ogni età e provenienza protestano insieme, pacificamente, uniti dalla voglia di "vendicare" il proprio capitano.

Un desiderio che sfocia anche nel boicottaggio della costruzione dell'impianto di Tor di Valle, già travagliata di suo, come testimoniano due giovanissimi tifosi accorsi all'Eur, Alessio e Giorgio: "Lo stadio? Non lo vogliamo, stiamo tanto bene all'Olimpico...". Gli fa eco un tifoso più anziano, Francesco, che ammette: "Pur di fare un dispetto a Pallotta ci rinuncio, magari se ne va...".

Insomma, apparentemente il tipico caso del marito che si taglia gli attributi per far dispetto alla moglie. E pensare che solo pochi giorni prima la situazione era agli antipodi, con il presidente Pallotta che tramite un comunicato invitava proprio il popolo romanista a far sentire la propria voce su un iter, quello relativo allo stadio, apparentemente immobile. Il mondo capovolto, nel giro di pochissimo, e chissà che non possa cambiare anche il destino dell'impianto.