Roma
Asili nido Roma: 1300 nuovi posti coi debiti del Pnrr ma a carissimo prezzo
La Giunta Gualtieri impegna 44 mln di euro per gli asili pubblici. Ma il Comune gestore è una macchina mangiasoldi. Il confronto col privato
Asili nido comunali: costano di più di quelli gestiti dai privati e sono anche più caridi quelli pubblici dati in appalto, di quelli convenzionati e, ovviamente di quelli interamente privati che non hanno posti in convenzione col Comune. Eppure il Comune di Roma, un uno slancio sciupone, prende 44 milioni di euro del Pnrr e decide di realizzare 1300 nuovi posti tra asili e nidi per l'infanzia.
Ma la logica statalista che ispira la Giunta di Roberto Gualtieri, ignora l'efficienza del privato e sfida ogni sensibilità al risparmio per aumentare il numero dei posti negli asili, mettendosi in concorrenza col privato, grazie alla manna dei fondi del superprestito europeo, trasformandosi da amministratore della cosa pubblica, in gestore diretto di servizi. Non basta lo scenario delle mense, con continui scioperi e agitazioni e, ancora, l'esperienza del fallimento Atac, salvato da un concordato border, non ha insegnato nulla al Comune di Roma, che forte della cassaforte Pnrr, raddoppia l'avventura e invece di regolare i servizi, li gestisce direttamente.
Lo studio sui costi pubblico/privato di Palazzo Chigi
A sancire che pubblico costa di più del privato è la stessa Amministrazione dello Stato, attraverso il Dipartimento di Palazzo Chigi per la Politica delle famiglie, in collaborazione con l'Istituto degli Innocenti, che ha effettuato uno studio dettagliatissimo su “Costi di gestione, criteri di accesso e tariffe dei nidi d'infanzia”. Al netto di ogni agevolazione riservata ai redditi più bassi, la sintesi del confronto tra pubblico e privato è feroce. Il sistema asili nido pubblici costa per ciascun bambino ospite 5,67 euro l'ora. Se però la scuola dell'infanzia è quella di una struttura comunale gestita da un appalto esterno, ecco che scende a 4,19 euro l'ora. Ancora più basso è il costo orario, pari a 3,74 euro l'ora di una struttura privata a tariffe convenzionate mentre quella totalmente privata crolla a 3,52 euro l'ora.
I milioni del Pnrr per un servizio inefficiente
Ecco perché i 44 milioni di euro che il Comune vuole investire, appaiono un palese e clamoroso controsenso di fronte alla necessità di realizzare nuove strutture e di offrire alla collettività risparmi ed efficienze significative.
L'analisi governativa aggiunge anche di più: la disponibilità del pubblico di fronte al provati, in termini di orari di apertura e di numero di giorni l'anno, ne esce con le ossa rotte. La differenza contrattuale tra chi lavora nel pubblico e chi lavora nel provati, si traduce in una maggiore efficienza e disponibilità di struttura del “non pubblico” che poi non è altro che un'offerta maggiore di servizi per le famiglie. E la differenza sta nell'orario di apertura e nella disponibilità delle strutture anche al sabato.
Gestire serrvizi uguale posti di lavoro: il ragionamento della politica furba
Dunque, se privato batte il pubblico per costi ed efficienza, perché il Comune di Roma decide di trasformarsi in un gigante della gestione? Il nodo è sempre lo stesso: la politica non riesce a star lontana dai sistemi di reclutamento del personale, che di fatto diventa una leva sociale e soprattutto politica. Tradotto per chi non ancora non volesse capire, le nuove assunzioni fanno sempre gola a chi gestisce la cosa pubblica.
Di contro si potrebbe dire che il costo per le famiglie è decisamente più alto se ci si rivolge al sistema privato, ma basterebbe usare anche la metà del denaro Pnrr messo ad alimentare il falò del potere, per passare dal Comune che fa impresa e servizi coi soldi pubblici al Comune regolatore attraverso il sistema delle convenzioni con i privati, oppure sostenendo le famiglie meno abbienti con bonus legati all'Isee.
L'eterno conflitto tra gestione pubblica e privata
In questo scenario, la scelta di creare 1300 nuovi posti nido, è il solito conflitto tra il Paese statalista e quello liberista. La gestione Gualtieri, appare decisamente più orientata a gestire il sistema piuttosto che a erogare servizi di qualità.
E il commento del sindaco è una conferma: “Abbiamo deciso di candidare tanti progetti importanti a ricevere fondi del Pnrr – ha aggiunto – per garantire una rete scolastica che sia finalmente all’altezza di questa città e che punti a realizzare una vera e propria comunità educante”. E chissenefrega se il sistema divora denaro e offre scarsa qualità.