Roma
Assalto al Borgo: si mangiano prelibatezze. Strengozze e maccaruni, la festa dei ghiotti
E’ possibile costruire, intorno a una vecchia ricetta della tradizione, un evento in grado di attrarre in un piccolo borgo migliaia di visitatori? A Cantalice, Cretone e Poggio Moiano sembrano aver trovato questa formula magica: festeggiare le “strengozze”, il “ciammellocco” e i “maccaruni” si trasforma così in una ghiotta occasione per far conoscere il proprio piatto più rappresentativo, presentando al contempo le eccellenze della produzione locale e i gioielli artistici di territori tutti da scoprire. Si tratta di piccoli centri a vocazione contadina, un marchio di fabbrica che si “respira” fra i vicoli e le piazze dei centri storici e inevitabilmente anche a tavola, con ricette basate su ingredienti semplici, genuini e rigorosamente a chilometro zero.
E’ il caso delle “strengozze” che Cantalice, splendido borgo della provincia di Rieti che domina dall’alto i laghi Lungo e Ripasottile, celebra il 5 e 6 settembre: per realizzare questo particolare primo piatto le massaie locali preparano un impasto a base di acqua e farina e un condimento di pomodoro e aglio impreziosito dal profumo della “persa”, una pianta simile alla maggiorana che cresce proprio in questo territorio. Durante la Sagra delle strengozze, sui banchi della mostra mercato i visitatori potranno trovare una selezione delle gemme della gastronomia reatina e andare alla scoperta del borgo e del suo particolarissimo legame con l’acqua. Già, proprio dove ora sorge il Santuario di San Felice, il Santo compì il celebre Miracolo dell'acqua, fatta sgorgare in una calda giornata estiva battendo per terra con un bastone. E sempre a Cantalice è visitabile la fontana “Scentella”, che gli abitanti del luogo ritenevano miracolosa per propiziare la fecondità: nel 1.200 Papa Innocenzo III la fece rimuovere ma dopo il 1.610, come per miracolo, la pietra riapparve!
Anche Cretone, la frazione di Palombara Sabina nota soprattutto per le sue terme, è un luogo di antiche tradizioni gastronomiche legate a doppio filo all’olio extravergine di oliva. E proprio “l’oro verde” della Sabina, insieme a uova, farina, anice e limone sono gli ingredienti con i quali si prepara il “ciammellocco”, una deliziosa ciambella che dal 4 al 6 settembre sarà cotta al momento e servita calda, così come insegnano le nonne. A fare da contorno al protagonista della festa, ecco un percorso enologico e gastronomico con 5 tappe dedicate ai migliori vini della zona e a piatti della cucina locale da gustare nell’antico Castrum Cretonis: oggi l’aspetto è quello tipico di un piccolo borgo medievale nel quale vale la pena visitare il Castello Savelli, la Collegiata dell’XI secolo e la Fortezza abbandonata di Castiglione; le terme di Cretone poi, già note ai tempi degli Antichi Roman, vantano acque sulfuree termominerali che sgorgano purissime da due sorgenti alla temperatura di 23,5-24 C°.
Intorno ai “maccaruni” con ragù sabino di Poggio Moiano, una pasta all'uovo tagliata a mano talmente sottile da sciogliersi in bocca, è nato diversi anni fa “da Piazzetta a Piazzetta”, il percorso enogastronomico per le vie del vecchio borgo che ogni anno richiama visitatori da tutto il Lazio. Una manifestazione che da quest’anno si fa ancora più grande e si trasforma nel primo “Folk Sabina Festival”, con gli spettacoli teatrali del 4 settembre e la musica tradizionale con “A tempo d’organetto” del 6. Al centro di tutto, sabato 5, resterà la passeggiata nella quale i visitatori potranno scoprire i vicoli, le piazze e le scalette dell’antico Podio de Moiano, fermarsi un attimo per godersi lo spettacolo di un artista di strada e poi gustare un piatto della tradizione all’interno di un’antica cantina: dalla bruschetta con l’olio extravergine d'oliva Sabina D.O.P. alla panzanella, dai frittelli di cavolo e mela alla coratella, ce ne sarà davvero per tutti i gusti; lasciando sempre lo spazio, ovviamente, a un buon piatto di “maccaruni”!
A cura di Fuoriporta