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Roma
“Assumete medici o la sanità pubblica muore”. Il dramma a Roma e nel Lazio

Sos medici. Nel 2018, senza provvedimenti adeguati, nel Lazio rischiano di mancare oltre 3000 medici ospedalieri e 1000 di medicina generale nei cinque anni.

Con una lettera congiunta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti le sigle sindacali del lavoro pubblico e dei medici di Cgil, Cisl e Uil (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fp Cgil Medici, Cisl Medici e Uil Medici) e l’Anaao Assomed di Roma e del Lazio lanciano un appello: 'Senza assunzioni nel 2018 il Lazio dirà addio alla sanità pubblica”. E si danno appuntamento il 2 marzo per un’assemblea che apra il dibattito alla società civile, per scongiurare quello che definiscono un “vero e proprio smantellamento del sistema sanitario pubblico”.

La raccolta di firme
La Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) invece  da parte sua ha lanciato nei giorni scorsi  una raccolta di firme si change.org per sensibilizzare le istituzioni: “Senza interventi immediati - ha detto Silvestro Scotti segretario nazionale della Fimmg - vista anche la prossima pubblicazione da parte delle Regioni dei bandi per il 2017, non sarà più recuperabile la carenza dei medici che si verrà a creare nei prossimi anni e la conseguente riduzione dell'offerta assistenziale".

I numeri che fanno paura
Ma andiamo con ordine partendo dall’sos degli ospedalieri: “Il Lazio - secondo i sindacati,Cgil , Cisl Uil e Anaoo Assomed - in questi anni di piano di rientro (10 anni ndr), ha perso oltre 10mila operatori, ed oggi l’età media è di 52 anni. Dati ben più negativi di quelli, già preoccupanti, del resto del Paese. E il peggio, qualora il Governo non cambiasse orientamento, è alle porte. Il documento redatto dall’esecutivo ed attuativo di un sistema di standard inaccettabili per il calcolo del personale, mette nero su bianco una prospettiva magra: non più di 300 assunzioni tra il 2016 e il 2018, contro le 3.500 del piano regionale” Senza una correzione di rotta  la perdita totale di personale medico per il servizio sanitario regionale raggiungerebbe le 15mila unità, con un organico che passerebbe dai 50mila operatori del 2006 a poco più di 35mila. Un simile scenario metterebbe la parola fine alla sanità pubblica in questa regione. Non staremo a guardare e metteremo in campo una larga mobilitazione sociale in difesa del pilastro del nostro welfare”.

La Fimmg: "Nel Lazio mancano 1000 medici"
La Fimmg , il maggiore sindacato dei medici di medicina generale proprio nei giorni scorsi invece ha lanciato l’allarme: “nel Lazio nei prossimi cinque anni -  ha dichiarato  Pierluigi Bartoletti vice segretario nazionale e segretario di Roma - andranno in pensione oltre 1500 medici ed i nuovi ingressi previsti  sono solo 500. Mancano all’appello 1000 medici.. Un esodo che crea uno scompenso tale da lasciare in prospettiva senza medico di famiglia nella nostra regione  , un milione e mezzo di cittadini. Il fenomeno per altro è nazionale tanto che in questi giorni è in atto una raccolta di firme negli studi dei medici di medicina generale di tutta Italia dal titolo “Salviamo il medico di famiglia'. La petizione popolare lanciata dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) e da FederAnziani punta a contrastare il crearsi di una "situazione drammatica", sottolineano Fimmg e Senior Italia FederAnziani nella petizione: "In pochi anni, se non si trova rimedio, non tutti i cittadini italiani potranno avere un medico di famiglia che si prenda cura della loro salute".

Secondo i dati Enpam (l’ente previdenziale dei medici) entro il 2023 circa 21.700 medici di famiglia italiani andranno in pensione, e con l’attuale sistema per l’assegnazione dei posti da medici di base si farà fatica a sostituirli: potrebbero essercene 16mila in meno rispetto al numero considerato necessario.

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