Roma
Atac, bivio referendum. Magi: “Raggi boicotta l'appuntamento, ha paura”
Il segretario di Radicali Italiani attacca: "La sindaca travisa il senso"
Atac al bivio referendum. L'11 novembre oltre 2 milioni di elettori romani al voto per decidere il destino del Tpl, ma il Campidoglio tentenna: "Raggi boicotta l'appuntamento, ha paura".
A poco più di un mese dall'appuntamento, il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi sottolinea la poca infrmazione intorno al tema del referendum, puntando il dito contro il sindaco M5S: "Chi è al governo della città adesso utilizza la stessa tecnica che hanno sempre utilizzato tutti i governi anti referendum: cioè quello di non informare i cittadini facendo in modo di boicottare un momento di partecipazione, perché in effetti, la sindaca Raggi immaginiamo noi abbia paura di questo appuntamento, lo ha sminuito nei giorni scorsi dicendo che è 'solo consultivo' - dichiara Magi - In realtà è l'unica occasione che i romani hanno per esprimere in modo democratico e partecipativo il disagio che vivono ogni giorno per lo stato penoso in cui è ridotto il trasporto pubblico nella capitale".
Un referendum effittamente non vincolante, ma che porterà alle urne oltre 2 milioni di elettori romani e potrà far valere il proprio peso "politico". Un risultato auspicabile solo a seguito di una larga partecipazione, che Magi spiega "oggi è possibile invertire questa tendenza grazie all'emendamento approvato nel collegato al bilancio della Regione lazio, che prevede dei contributi regionali per tutti i comuni del Lazio, in cui si dovessero tenere referendum, da sfruttare per un'informazione capillare attraverso l'invio a casa dei cittadini di un opuscolo informativo sul referendum. Questa occasione, a costo zero per il Comune, la sindaca Raggi la deve cogliere". Infine, secondo Magi "non solo il comune non fa informazione ma quando la sindaca Raggi interviene sul tema, lo fa sempre travisando il senso del referendum dicendo che si tratta di una 'privatizzazione'. Ma quello che è in atto adesso è una privatizzazione, perché Atac adesso è sottostante a logiche e interessi privati. Mentre con la messa a gara - ha concluso - avremo il pubblico che programma il servizio, lo regola, fa un contratto di servizio e una controparte che deve rispettarlo".