Roma
Atac e Cotral, la giostra dei tranvieri. Il Dopolavoro sommerso dai debiti
E' l'ultimo santuario della città che fu, quella delle vacche grasse e della totale assenza di controllo sui fondi pubblici. Solo la "versione Atac" ha un bilancio di oltre 5 milioni di euro, gestisce 11 mense aziendali, uno stabilimento balneare a Ostia, un albergo a Roccaraso, un centro sportivo a lungotevere Thaon de Revel e persino alcuni bilancioni da pesca che si aggiungono a viaggi a prezzi scontati, feste, ricevimenti e assicurazioni convenzionate. Praticamente una media impresa che ha al suo interno 70 dipendenti e 7586 soci ma che nel 2014 ha chiuso il bilancio con 249 mila euro di perdite.
Ora la "quasi spa" del tempo libero dei tranvieri si prepara a diventare "quasi multinazionale" con l'inclusione dei cugini del Cotral, praticamente altri 3980 soci che porteranno questo speciale villaggio permanente del tempo libero ad avere una popolazione di oltre 11 mila abitanti. Una città che fa sport, che va al mare, ai monti e che fa acquisti a prezzi scontati grazie alla capacità di interagire con qualsiasi fornitore: dall'abbigliamento ai servizi. A ore è infatti attesa la fine delle grandi manovre, cioè del processo di unificazione grazie al voto al quale sono stati invitati i soci per scegliere il nuovo management: una sola lista che si è presentata alle elezioni sorretta da un cda uscente da dimensione "monstre": 22 persone tra consiglieri e sindaci.
E tutto filerebbe liscio se non che il superdopolavoro riceve contributi da Atac e Cotral pari allo 0,01 per cento del totale degli stipendi dei dipendenti e ha attraverso un sistema concessorio la gestione delle mense aziendali dove giornalmente con una quota versata dalle società pubbliche, mangiano i tranvieri romani e non. Fino ad oggi le due organizzazioni del tempo libero non hanno mai avuto nessun controllo sui bilanci e sulle spese da parte delle aziende pubbliche che contribuiscono al loro finanziamento e neanche in futuro si prevede una rappresentanza nei cda o nei collegi dei sindaci. Insomma, Atac e Cotral versano denaro, concedono servizi ma al momento di prendere decisioni non ci sono. Decidono i tranvieri, fanno e disfano a loro piacimento guidati guarda caso dai rappresentanti sindacali che così controllano la macchina. E che sia un "feudo" del sindacato è così evidente che persino sul sito internet del dopolavoro Atac alla voce elezioni c'è la lista dei candidati "Insieme per il dopolavoro" con accanto indicata l'organizzazione sindacale che li ha investiti dell’incarico. Ci sono tutti, secondo il più classico manuale Cencelli. Basta guardare i nomi per capire che tra figli, affiliati e affini è un feudo sindacale. Ora è bene che i tranvieri sappiano che la macchina del divertimento s'è inceppata e che il bilancio è in rosso.