Atac follia: 10 minuti al giorno di lavoro in più. E' l'aumento produttività
La “rivoluzione” di Simioni punta su 10 minuti al giorno di lavoro in più
Atac, il caos totale è servito, come la luna piena. E' il 31 gennaio: ai dipendenti arriva la mail interna con la quale si comunica la nuova rivoluzione dei turni di lavoro: le 39 ore di lavoro settimanali sono operative a far data dal giorno dopo e cioè il primo febbraio.
A scrivere al popolo dell'azienda di trasporto più disgraziata del mondo è la Direzione Generale di Paolo Simioni, il quale a metà della settimana decide di rivoluzionare i turni di lavoro già esistenti, secondo la logica ragionieristica con l'effetto di seminare un'onda di panico simile a uno tsnumani.
L'ordine di servizio parla chiaro: gli amministrativi che lavorano 6 giorni a settimana dovranno rimanere in azienda 10 minuti al giorno in più, mentre coloro che sono affezionati alla scrivania solo dal lunedì al venerdì la permanenza coatta aumenta di 12 minuti.
Dieci minuti in più al giorno, oppure 12 minuti: è questa la rivoluzionaria cura con la quale è stato deciso quell'aumento di produttività che dovrebbe salvare i conti e che coincide più o meno con una sosta caffè alla macchinetta o una sigaretta sulle scale antincendio esterne o nei piazzali per chi fuma. La “madre di tutte le cure” è contenuta nella disposizione n.7 del 31 gennaio, il provvedimento che è destinato ad entrare nella storia sindacale dell'azienda per gli effetti (inutili) che avrà sul rendimento degli amministrativi.
E per il personale viaggiante come macchinisti e autisti? Scrive Simioni dopo aver forse compreso l'impossibilità di applicare l'aumento della produttività con i turni settimanali già programmati: “I turni di servizio saranno integrati in modo da garantire l'effettuazione delle 39 ore settimanali nell'arco temporale di 26 settimane”; più un bla bla che rimanda ad accordi sindacali ispirati più all'algoritmo di facebook che alla realtà operativa di un'azienda complessa”.
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