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Roma
Atac, il concordato non è la vera salvezza. Agostini: “Azienda cannibalizzata”

Il consigliere regionale di Articolo Uno Riccardo Agostini attacca le scelte capitoline in materia di trasporto pubblico e denuncia su Facebook una malagestione dei 5 Stelle per Atac.

 

“Nonostante l'incertezza e la confusione intorno alla crisi di Atac, si comincia a intravvedere la trama che è stata intessuta negli ultimi anni. Il vero approdo di tutta la vicenda, infatti, sembra essere l'Amministrazione straordinaria. La data di nascita di questo percorso potrebbe essere quella del giorno in cui PD e Forza Italia hanno approvato, insieme, un Odg al Senato che apre la strada a un intervento diretto in questa direzione del governo. Poi è bastata l'incompetenza dei grillini. Con il concordato preventivo la giunta Raggi ha scelto di chiudere Atac nella gabbia del leone e per salvare il bilancio del comune si è preferito sacrificare l'azienda, con il risultato che, alla fine, in un modo o nell'altro, salteranno l'uno e l'altra. Invece, per il bene di tutti, si sarebbe dovuta perseguire la strada più faticosa: quella del risanamento e del rilancio. Si è preferita la strada all'apparenza più semplice, ma che in realtà si sta delineando quella del disastro. Davanti ai soldi che non arrivano, ai fornitori che scappano e alla giunta che ha abdicato ai suoi doveri a favore del magistrato fallimentare, quella dell'amministrazione straordinaria diventa giorno dopo giorno un approdo quasi obbligato, per la gioia di chi vuole ripetere i "successi" di Alitalia (con l’aggravante che questa è un’azienda che opera in regime di monopolio), usando questo strumento per cannibalizzare Atac sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini che ne pagheranno le conseguenze.
Abbiamo il dovere di opporci al saccheggio. Che si prosegua sulla strada del concordato come immaginano i 5Stelle o si giunga all'amministrazione straordinaria come vorrebbe il Partito della Nazione, noi difenderemo i diritti dei lavoratori di Atac e dell'indotto e il diritto alla mobilità dei Romani. Chiediamo al Comune di iniziare a fare una vera politica della mobilità, restituendo ai romani, specie quelli delle periferie, quello che è stato tolto dal 2008 in poi. Ad esempio comprando 500 nuovi autobus, avviando la manutenzione di metro A e B e prolungando quest'ultima fino a Casal Monastero. Poi passando ad un piano concordato decennale per dotare Roma di quelle infrastrutture minime che oggi mancano, a cominciare dall'estensione della rete metro-ferroviaria e da nuove corsie preferenziali. Infine chiediamo a Governo e Regione di intraprendere un ruolo attivo nella crisi di Atac, smettendo di assistere passivamente alla morte di Roma”, scrive Agostini.

 

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