Roma
Atac, in vacanza con i soldi rubati alla biglietteria: arrestati 11 vigilantes
Saccheggiavano le macchine distributrici, intascando banconote e monete
Spese pazze e vacanze con i soldi, rubati, dalle biglietterie automatiche di Atac. Scattano gli arresti domiciliari per 11 vigilantes infedeli, accusati di peculato e simulazione di reato. Per altre due persone è invece stato applicato l'obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria.
A far emergere "gravi e reiterate condotte poste in essere da guardie particolari giurate", le indagini delle fiamme gialle del Gruppo Frascati, coordinate dalla Procura capitolina. Nel mirino alcuni dipendenti della società di vigilanza che si è aggiudicata l'appalto relativo alla gestione dei servizi di prelievo, ricarica, trasporto e vigilanza dei titoli di viaggio e del denaro delle casse automatiche. Ovvero tutto quel "tesoro" di proprietà di Atac: parcometri, biglietterie, macchine distributrici di biglietti bus e metro.
I diversi riscontri eseguiti, sia presso l'azienda municipalizzata sia esaminando le stesse macchine distributrici di biglietti, hanno fatto emergere - secondo gli investigatori - "un collaudato sistema criminale, tanto semplice quanto dannoso". Gli indagati attraverso alcuni stratagemmi e approfittando della vetustà ed obsolescenza delle macchine emettitrici di biglietti, asportavano dalle casse banconote e monete, spesso anche non rendicontate dal contatore elettronico. Condotte criminali sistematiche e fonte di danni costanti per Atac. Il profitto veniva utilizzato per l'acquisto di beni di consumo di varia natura e per il pagamento di vacanze".
Tutti gli indagati - assicurano i finanzieri - erano ampiamente a conoscenza del sistema, ma alcuni di loro preferivano agire individualmente o, comunque, senza dividere con il collega di turno il provento dell'attività illecita. La media del guadagno illecito per ciascuno degli indagati è stimato tra i 250 e i 500 euro al giorno. Per giustificare gli ammanchi, quando rilevati dalla società titolare dell'appalto in sede di rendicontazione, le guardie ricorrevano a espedienti di ogni tipo, arrivando anche a simulare dei tentativi di furto.
Gli accertamenti investigativi, sotto forma di intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese, sono durati 6 mesi (febbraio - agosto 2018) ma chi indaga ritiene che il “modus operandi” illecito fosse cominciato ben prima. Questo non consente di quantificare con precisione il danno subito dalla municipalizzata dei trasporti urbani di Roma.
"A Termini oggi ho fatto la ricarica. Tutti i lettori banconote bloccate. Biglietti bloccati, soldi rubati. Sto gonfio come un uovo, ce stava il concerto a piazzale Flaminio, ed era pieno da Termini a piazza de Spagna". Queste sono alcune delle intercettazione citate nell'ordinanza di custodia cautelare del gip Corrado Cappiello. Nell'ordinanza inoltre Cappiello, da' conto di quanto capitato ad una guardia giurata che il 10 marzo scorso aveva rifiutato l'invito di un collega ad accaparrarsi della metà dei soldi sottratti da una gettoniera collocata in piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini e il primo aprile, con un altro collega, aveva assistito ad una finta ricarica di una macchinetta della stazione metro di Giulio Agricola. Queste due circostanze vengono riferite a Giuseppe Muscilli che, in rappresentanza della società Unisecur srl, aveva deciso di presentare una querela all'autorità giudiziaria. Le verifiche delle Fiamme Gialle "hanno cosi' accertato che la sottrazione del denaro dagli incassi Atac è stata agevolata dal malfunzionamento delle macchine che non contabilizzano fedelmente, come nel caso delle Meb (macchine emettrici di biglietti di bus e metro), i biglietti venduti e i relativi incassi".
Le guardie giurate indagate inoltre "contrariamente a quanto stabilito nel capitolato d'appalto, non sigillavano le buste dedicate sotto le Meb ma portavano le stesse all'interno dei furgoni dove, dopo aver verificato le cifre portate dallo scontrino indicante il numero dei vari tagli di banconote, sottraevano quelle in più non contabilizzate, riponendole nel vano portaoggetti per poi essere ripartite tra i componenti dei vari equipaggi”.