Atac, Raggi beffa i Radicali. Referendum il 3 giugno, rischio buco nell'acqua
Il sindaco firma l'ordinanza per il referendum sull'Atac nel penultimo giorno utile
Il referendum sull'Atac si farà. La Raggi firma l'ordinanza “beffa” che fissa la data al 3 giugno, dopo la maxi tornata elettorale del 4 marzo e dopo quella delle amministrative che si svolgeranno con tutta probabilità nel mese di maggio.
La consultazione cittadina per la messa a bando del servizio di trasporto pubblico della Capitale a partire dal 3 dicembre 2019, per cui i Radicali Italiani e il Comitato “Mobilitiamo Roma” hanno raccolto le 33mila firme necessarie, rischia quindi di fare un buco nell'acqua. Per evitare il mancato raggiungimento del quorum, che invaliderebbe il referendum, i promotori, Magi e Capriccioli avevano proposto di sfruttare la scadenza elettorale nazionale e regionale del 4 marzo; accorpamento, che avrebbe fatto anche risparmiare diverse migliaia di euro alle casse del Comune di Roma. Ma la sindaca, ha deciso infine, diversamente.
Intanto il Tar martedì ha confermato la maxi multa da 3,6 mln inflitta all'Atac dall'Antitrust nel luglio 2017 per le corse soppresse e la mancata informazione ai cittadini.
Antitrust nello specifico aveva sanzionato Atac per il “frequente e sistematico mancato rispetto dell'orario diffuso presso le stazioni e attraverso il sito Internet” e per la “mancata diffusione preventiva di informazioni riguardo all'impossibilità di effettuare determinate corse”.
L'azienda aveva fatto ricorso contestando il diritto di Antitrust di sanzionare Atac oltre che le motivazioni stesse della maxi-multa, affermando che non si trattava di “pratiche commerciali scorrette”.
Secondo il Tar, al contrario “non vi è dubbio che la carenza sistematica di corse nonché la mancata, tempestiva, informativa alla stessa utenza, in ordine alla probabilità che alcuni treni sarebbero stati soppressi, risultano idonee a fondare l'intervento di Agcm”.