Atac, referendum in pericolo. I Radicali in presidio permanente al Campidoglio
Referendum Atac, Roma: spunta la delibera per prorogare l'affidamento in house del Tpl al 2021
Parte la contromossa dei Radicali su Atac: mercoledì mattina inizia il presidio permanente al Campidoglio per chiedere l'indizione del referendum.
Dopo aver raccolto più di 33mila firme per ottenere una consultazione popolare in merito alla messa a bando dei trasporti romani, il partito capeggiato da Riccardo Magi non intende gettare la spugna. Virginia Raggi, è tenuta a fissare la data del referendum entro il 31 gennaio e i Radicali non intendono permettere al M5S di boicottare la scelta popolare.
A partire da mercoledì mattina e in tutti i pomeriggi seguenti, i militanti stanzieranno davanti al Palazzo Senatorio a chiedere a gran voce ai consiglieri di non votare la delibera che prorogherebbe l'affidamento in house del Tpl al 2021. L'atto, infatti, renderebbe vana la raccolta firme “Mobilitiamo Roma” e il referendum stesso.
Nella mattina di martedì Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli hanno presentato in conferenza stampa un atto per diffidare tutti i consiglieri di Roma Capitale dal votare la delibera. Lo stesso atto è stato inviato anche all'Antitrust, alla sindaca e alla giunta, alla Corte dei Conti, all'Anac e alla commissione per i referendum di Roma Capitale.
A scatenare allarme tra i Radicali è stata la proposta di deliberazione che la giunta ha inviato ai consiglieri proprio per la proroga dell'affidamento: "È un atto che spetta al consiglio - ha spiegato Magi che poi ha aggiunto - Ma quello che la sindaca chiede ai consiglieri è una mera ratifica di un atto che presuppone la conoscenza del piano industriale che Atac presenterà al Tribunale a seguito della procedura di concordato preventivo. Un piano che i consiglieri non conoscono".
Nella diffida si sottolinea come il regolamento europeo permetta la proroga dell'affidamento del Tpl oltre la naturale scadenza (31 ottobre 2019) solo nei casi di "interruzione del servizio o pericolo imminente di interruzione del servizio".
L'Antitrust, intervenendo sulla questione prima di Natale, aveva però precisato che: “nonostante la descritta situazione di grave crisi economica e finanziaria in cui versa Atac, non sussistono le condizioni di emergenza o di pericolo imminente di interruzione di servizio che giustificano l'applicazione della richiamata disposizione normativa".
La diffida poi sottolinea un secondo aspetto, ribadito da Riccardo Magi: "Se la delibera venisse approvata, saremmo di fronte alla violazione della normativa europea: si può derogare solo se si dimostra che ci sono condizioni di efficienza ed economicità ad andare in house. Chi è disposto in Campidoglio a dire che è più economico procedere con l'affidamento in house? Se il consiglio dovesse seguire quello che gli ha detto di fare la giunta, noi denunceremo il comune di Roma in Europa per l'apertura di una procedura d'infrazione".
"I grillini - ha proseguito Magi - dicono: è l'unico modo che abbiamo per non far fallire questa azienda. Come se l'interesse pubblico fosse questo e non il servizio ai cittadini. Tutto questo poi avviene con un referendum pendente".
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