Atac, referendum sul futuro. Sulla privatizzazione decideranno i romani
Il sindaco Raggi avrà tempo fino al prossimo 31 gennaio per fissare la data della consultazione
Il referendum sulla privatizzazione dell'Atac si farà in primavera. Sul futuro dell'azienda di trasporti quindi decideranno i cittadini romani.
Vittoria dei Radicali Italiani che hanno promosso il referendum consultivo e raccolto 33mila firme, dal centro alle periferie. Lunedì mattina è arrivata la conferma ufficiale dagli uffici comunali: il referendum "Mobilitiamo Roma", per la messa a gara del servizio di trasporto pubblico nella capitale, si terrà la prossima primavera.
Esultano il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi e il segretario dei Radicali Roma: “Sarà un'occasione storica per tutti i romani, che potranno pronunciarsi in prima persona su uno dei temi che tocca in modo più diretto la loro vita: quello della loro libertà di movimento nella città, che attualmente viene loro negata da una situazione disastrosa che è sotto gli occhi di tutti. La strada indicata non soltanto dal nostro referendum e dai più di 30mila cittadini che l'hanno sottoscritto, ma dalle indicazioni nazionali ed europee e negli ultimi giorni anche dall'antitrust, è quella delle gare e quindi dell'apertura alla concorrenza: contro la quale hanno operato, per decenni e in modo trasversale, i meccanismi clientelari che hanno portato la capitale in un baratro senza fondo”.
Ora si apre una nuova fase: come lo statuto prevede, la Sindaca Raggi avrà tempo fino al 31 gennaio per fissare la data della consultazione cittadina, e nel frattempo la Commissione per i Referendum dovrà stilare il regolamento per la disciplina degli spazi di informazione nella campagna elettorale referendaria.
I Radicali lanciano l'appello: “E' arrivato il momento di superare le posizioni ideologiche che contraddistinguono anche questa amministrazione, e di fare il massimo affinché la volontà dei cittadini possa esprimersi in modo libero e consapevole, al di là dei posizionamenti e con l'obiettivo di valorizzare al massimo la partecipazione popolare e il perseguimento del vero "bene comune": l'efficienza del servizio offerto ai cittadini, e non la difesa a oltranza di interessi particolari e corporativi”.
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