Atac, ultimatum M5S: "Via il dg Marco Rettighieri", ex Expo e Trenitalia
Rivoluzione Raggi, dopo Ama tocca ad Atac. Altro che "regola del panettone", il direttore generale Marco Rettighieri, ex Expo e gran commis delle Ferrovie, ha pronti i bagagli.
Al suo posto si starebbe scaldando in panchina una vecchia conoscenza, quel Carlo Tosti nominato a maggio del 2011 e "fuggito" in punta di piedi nel 2012, a sei mesi dalle elezioni per evitare nella stagione di Alemanno contaminazioni politiche.
Che il "licenziamento" di Rettighieri fosse nell'aria si era capito dalla prima riunione con il sindaco Raggi e gli assessori al Bilancio e ai Trasporti: l'uomo chiamato da Tronca per salvare l'Atac dal disastro ha avuto pieni poteri e ha sempre affrontato con determinazione l'oceano di problemi, ma ha commesso due errori che per il Cinque Stelle rappresentano "lesa maestà": ha preso sottogamba i problemi del servizio, preferendo affrontare lo strapotere dei sindacati e delle piccole lobby interne e ha voluto al suo fianco la chiacchieratissima capo del personale Francesca Rango, prelevata dal Comune commissariato con un accordo surreale con Trenitalia secretato subito dopo la pubblicazione su affaritaliani.it.
Di riunioni con Raggi, Minenna e Meleo, Rettighieri ne ha avute ben tre e in ogni circostanza sia l'azionista rappresentato dall'assessore al Bilancio che la Meleo per gli indirizzi politici, hanno chiesto l'allontanamento immediato della Rango, rea per di aver causato il caos di martedì con lo sciopero di due dirigenti del traffico dell'Ugl che hanno voluto dare un segnale di fronte al licenziamento del segretario dell'Ugl Fabio Milloch. E sempre per tre volte il dg di Atac ha fatto orecchie da mercante, costringendo l'assessore al Bilancio a chiedere un doppio passo indietro: via la Rango e via Rettighieri perché "In Atac in questo momento c'è più bisogno di treni per le metropolitiane e la Roma Lido e di bus in efficienza, che di conflitti sindacali che sfociano in proteste", avrebbe motivato la decisione Marcello Minenna.
Ora Rettighieri ha due possibilità: o serve su un piatto d'argento il posto di lavoro della dottoressa Rango e prolunga l'agonia; oppure invece di una ditta di traslochi ne chiama due e se ne torna in Trenitalia insieme alla sua fidata capo del personale. Anche perché se dovesse far resistenza, è già pronta l'assemblea degli azionisti per spingere l'amministratore unico Brandolese, a convincere Rettighieri che l'esperienza in Atac è terminata.
I ben informati dicono che il divorzio potrebbe consumarsi entro la fine di questa settimana.