Roma
Autisti senza stipendio, periferie senza bus. Roma Tpl al collasso: in 1900 senza futuro
Circa il 40% delle linee servite dal consorzio Roma Tpl sono soppresse, le restanti scontano gravi contrazioni e ritardi. "Questo è il destino della gestione privata di un servizio pubblico" denuncia Fabiola Bravi, dell'Unione Sindacale di Base. Da giorni infatti i lavoratori di Roma Tpl hanno messo in atto una agitazione per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi, riducendo il servizio e lasciando i bus nei depositi. Una protesta che coinvolge circa 1 milione di cittadini e pendolari. Venerdì 6 maggio previsto uno sciopero di 4 ore dalle 8.30 alle 12.30.
"Un lavoratore della società Sotram questa mattina è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per un malore, a causa del forte stress dovuto all’incertezza sul futuro lavorativo ed alle privazioni subite per i mancati pagamenti degli stipendi.
La situazione è fuori ogni controllo – spiega la sindacalista - e ogni giorno che passa è un giorno in più che mette a rischio la salute mentale e fisica degli oltre 1.900 dipendenti del Consorzio e delle loro famiglie. Le istituzioni non possono rimanere a guardare questa sera alle ore 19.00 è convocata una riunione presso la Prefettura nella quale auspichiamo una presa di posizione ferma e chiara da parte di Roma Capitale rispetto alle continue violazioni contrattuali di Roma Tpl Scarl. Roma Capitale, in qualità di committente, deve farsi garante del pagamento diretto delle retribuzioni ai lavoratori, se vuole continuare a garantire il servizio all'utenza. In caso contrario, l'Usb è pronta a porre in essere tutte le iniziative necessarie alla tutela dei lavoratori", conclude la rappresentante Usb.
L’immagine di Roma Tpl è quella di un’azienda privata che sta correndo sull’orlo di un precipizio, inseguita da un’orda di creditori e che non è più in grado di gestire la sua bella fetta di trasporto pubblico in una città importante come Roma. Questa azienda, che gestisce da anni, dietro lauto compenso e senza rischio commerciale di impresa, ben 28.000.000 vetture-Km, non è riuscita a conseguire una stabilità finanziaria, arrivando a non retribuire i suoi dipendenti da due mesi, a parte un piccolo acconto; a questo si aggiunge che da anni non versa la quota parte, prelevata dalle buste paga dei lavoratori, ai fondi previdenziali, alle finanziarie e casse di mutuo soccorso". Denunciano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
"Il fallimento del progetto di privatizzazione, a cui molti ancora credono - aggiungono - è evidente e sta trascinando verso la disperazione 1.800 famiglie di Roma e Lazio. Ma al di là di ogni considerazione politica che rischia di essere strumentalizzata da ogni parte, visto l’imminente appuntamento elettorale nella Capitale, in questa buia pagina del trasporto pubblico di Roma, c’è da puntare un enorme riflettore proprio sulle lavoratrici e sui lavoratori. Questi, nonostante tutto (procedure 223, contratti di solidarietà, timori di licenziamento, gravi inadempienze datoriali), hanno finora garantito con estrema dignità alla cittadinanza il servizio. Nel pieno rispetto delle regole Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno dichiarato uno sciopero di Roma Tpl per domani. Ci sembra questo un esempio di grande civiltà di cui le istituzioni devono tener conto e che merita il rispetto di ognuno. Capiamo le difficoltà che tutti i cittadini devono ancora una volta affrontare nei loro spostamenti ma per questa importante causa chiediamo massima solidarietà a tutti e a chi è chiamato a rispondere dell’efficienza di un servizio pubblico, ovvero alle istituzioni, chiediamo di prendere delle decisioni risolutive e l'applicazione pedissequa del capitolato speciale in vigore tra Roma Capitale e Roma Tpl Scarl".