Roma

Auto rubate e rivendute, i mezzi sul mercato con documenti clonati: 4 arresti

Carta di circolazione, numero di telaio e targa venivano modificate: la Polizia Stradale smaschera la truffa

Auto rubato e rivenduti: i mezzi rimessi sul mercato con documenti e targhe clonate. La Polizia Stradale smaschera la truffa: arrestati 4 italiani.

 

Non facevano sconti a nessuno per garantirsi ingenti profitti dalla vendita di auto rubate, per ogni veicolo tre soggetti subivano danni: chi pativa il furto, chi perdeva la titolarità del veicolo e chi, infine, inconsapevolmente acquistava l’auto rubata. Questa mattina all’alba 4 le persone arrestate nel corso dell’operazione della Polizia Stradale denominata non a caso “DNA” per le sofisticate tecniche di clonazione di veicoli utilizzate dalla banda. L'indagine, estremamente articolata e coordinata dalla procura della Repubblica di Roma – pool reati gravi contro il patrimonio, ha consentito al personale della Polstrada di arrestare 4 cittadini italiani. Le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della procura, sono state disposte per il concorso di più persone nel reato continuato di riciclaggio di veicoli, furto, ricettazione e falso. Gli arresti sono stati eseguiti nella zona est di Roma e a Labico (Roma), con l’impiego di oltre 40 uomini della Polstrada.

Le attività investigative, condotte dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Roma e coordinate dalla procura della Capitale, hanno consentito l’individuazione dell’intera filiera impegnata nell’illecita attività. L’iter era consolidato e particolarmente qualificato e si sviluppava con diversi passaggi, l'uno dietro l'altro: approvvigionamento di veicoli rubati idonei ad essere “clonati”; individuazione, su strada o nei parcheggi, di un veicolo identico per iniziare la procedura di clonazione: mediante una regolare visura, acquisivano i dati identificativi del veicolo e le generalità dell’ignaro intestatario, quindi riproducevano falsa documentazione (carta di circolazione e targhe) identica alla documentazione del veicolo regolare.

Da quel momento il veicolo rubato, che nel frattempo aveva subito anche la contraffazione del numero di telaio ed era stato dotato della falsa documentazione, era pronto per il trasferimento di proprietà che veniva effettuato dagli stessi malfattori, con false procure speciali, corredate di vidimazioni notarili fasulle. C'era quindi l’ulteriore danno: il vero intestatario del veicolo perdeva, inconsapevolmente, la legittima titolarità dell’autovettura.

Gli investigatori hanno ricostruito la struttura dell’organizzazione, individuando gli specifici ruoli e competenze di ciascuno. Il 43enne C. C. talvolta, anche usando generalità e documenti falsi, avvalendosi della stretta collaborazione di un fidato complice - G. J. C., di 35 anni - era delegato alla vendita e si rivolgeva a vari studi di consulenza automobilistica (sportello telematico dell’automobilista) ove, con la documentazione alterata, riusciva nel suo intento fraudolento, ad ottenere il trasferimento di proprietà in favore dell’ignaro acquirente che pagava a “prezzo di mercato” un veicolo rubato.

L’indagine ha avuto origine dalla brutta sorpresa in cui è incappato il proprietario di un auto che aveva deciso di vendere il suo veicolo. Quando si è recato a fare il passaggio di proprietà ha scoperto che l'auto non era più sua ma di altri. L’indagine ha evidenziato che il disagio ed il danno economico subito delle vittime è stato elevato, al punto di condurre una di esse a rivolgersi alla trasmissione televisiva “Mi manda Rai3”, per sollevare l’attenzione sul fenomeno e sollecitare l’annullamento del “falso” passaggio di proprietà presso il PRA della propria auto. Nel corso degli interventi la Polizia Stradale, sia a Roma che in altre città, ha sequestrato oltre una decina di auto di media e grossa cilindrata, dando conferma che la strategia criminale perseguita fosse ben coordinata e seguisse sequenze precise, nei tempi e nelle modalità, come una vera e propria attività imprenditoriale. Inoltre, durante gli accertamenti effettuati nella fase investigativa uno dei componenti della banda è stato arrestato perché trovato in possesso di una pistola rubata. Pertanto C. C., già agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, per la detenzione illegale di armi, e V. G., di 60 anni, sono stati trasferiti nel carcere di Roma “Regina Coeli” a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre per gli altri due G. J. C. e L. M. di anni 67 sono stati disposti gli arresti domiciliari. Continuano le indagini finalizzate alle ricerche di altri complici e all’individuazione di altri veicoli che possano aver subito le stesse sorti.