Roma

Autostrade, la bomba. 700 posti a rischio: “Vittime guerra Governo-Benetton”

Protesta sotto la sede di Autostrade per l'Italia dei lavoratori della società del Gruppo Atlantia Spea Engineering: “Aspi non ha mantenuto le promesse”

di Federico Bosi

Concessioni autostradali, le vittime della guerra tra il Governo e la famiglia Benetton, principale azionista del Gruppo Atlantia, sono i 700 lavoratori della società Spea Engineering. I dipendenti a rischio hanno scioperato e protestato sotto la sede di Roma di Autostrade per l'Italia, per la salvaguarda dei loro posti di lavoro.

 

Lo sciopero odierno, indetto dai sindacati FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, aveva come fine quello di ottenere un incontro sia con Atlantia che con Aspi, per avere chiarimenti in merito al piano di salvaguardia occupazionale previsto nei precedenti incontri tra la società ed il duo Atlantia-Aspi e che aveva messo a forte rischio la posizione di oltre 700 lavoratori e lavoratrici in caso di passaggio delle concessioni ad Anas.

“All’indomani delle inchieste giudiziarie che avevano coinvolto tutto il gruppo ed in particolare Spea Engineering – spiegano i sindacati – si era aperto un tavolo in cui il Gruppo Atlantia aveva delineato un percorso di salvaguardia occupazionale di tutte le maestranze. Un processo che, stando alle dichiarazioni iniziali, si sarebbe dovuto già concludere ma che invece sembra esser stato messo in discussione nell’ultimo Consiglio di Amministrazione Aspi del 9 gennaio scorso, con la decisione di istituire una business unit interna alla stessa Aspi per la progettazione e la direzione lavori. Una novità – aggiungono i sindacati – che non è stata assolutamente discussa al tavolo sindacale ma che, così come è formulata, sta creando sgomento tra i 700 lavoratori di Spea. Garantire la sicurezza delle infrastrutture e la viabilità dei cittadini è l’obiettivo primario di ogni concessionario, ma se tale sistema mostra delle criticità, la prima responsabilità deve assumersela il gruppo dirigente di Aspi insieme ai management delle varie società coinvolte. Non accetteremo operazioni di lifting societario che, invece, finirebbero per scaricare tali responsabilità solamente sui lavoratori”.

Grazie al presidio sotto la sede di Autostrade per l'Italia dei dipendenti Spea, una delegazione dei lavoratori è stata ascoltata dall'Apsi. Qui la scoperta: la situazione rispetto a quanto promesso a fine 2019 è peggiorata. “Nell'ultimo tavolo sindacale dello scorso – spiega ad Affaritaliani Ezio Giorgi di Spea – ci era stata assicurata la salvaguardia in caso di ristrutturazione societaria di tutti i lavoratori. Oggi invece non si è parlato di salvaguarda, tutto avvolto nel mistero. Quello che ci è stato detto è che nei prossimi giorni ci sarà un nuovo incontro tra capogruppo Atlantia, concessionaria Autostrade per l'Italia ed azienda satellite Spea. Prima di quel giorno non ci saranno nuovi scioperi perché teniamo al nostro lavoro”.

Sotto al palazzo esplode la protesta: “Qui ci sono oltre 700 professionisti che garantiscono la manutenzione delle autostrade – dice Alessandro Genovesi –. Tutti gli errori che sono stati fatti e che stanno portando ad un cambio di concessionaria sono stati errori del management. Non si può disperdere le professionalità ed i livelli occupazionali, in una partita a metà tra gli interessi di una famiglia e di un management che ha sbagliato ed una campagna elettorale permanente di questo paese”.