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Roma
Baby borseggiatrici, Centri Accoglienza flop: scappano e tornano a rubare

Borseggiatrici sotto i 14 anni che non possono essere punite dalla legge: lo stato paga i Centri di Accoglienza che non le monitorano.

 

La denuncia arriva dall'Unione Generale del Lavoro che segnala una situazione invivibile per i cittadini, vittime delle baby borseggiatrici tutelate dallo stato. “Diventa imbarazzante accettare che per la generalità delle famiglie sia applicata la perdita della potestà genitoriale nei casi di difficoltà economiche e/o ambientali, magari dovute alla perdita prolungata di lavoro dei genitori o per insanabili conflitti familiari, mentre si deve ipocritamente mantenere bambini ed adolescenti in pessime condizioni di vivibilità in tuguri urbani e sottomessi all’illegalità da parte dei genitori, a loro volta cresciuti allo stesso modo, senza che per essi non venga applicata la stessa misura legislativa” scrive in una nota Sergio Fabrizi di Ugl Roma. Nella Capitale ogni giorno turisti e residenti sono vittime dei piccoli furti delle baby gang di etnia Rom, che non possono essere punite in quanto sotto i 14 anni. I minorenni vengono infatti fermati dalla polizia che spesso li coglie sul fatto mentre si spostano su metropolitane e autobus del centro storico, ma essendo minori vengono riaffidati alle proprie famiglie. “Uomini, mezzi e tanti soldi “bruciati” nella inutile lotta giornaliera per arginare il fenomeno delle “baby borseggiatrici” di etnia Rom, con l’ulteriore risultato di avvilimento professionale da parte degli agenti, di qualsiasi uniforme operante, a causa dell’imperante impunità di cui possono godere tra le maglie troppo larghe della giustizia minorile e dell’assistenza sociale”, scrive ancora Fabrizi.
Un fenomeno noto a tutti i romani, ma che non riesce a trovare soluzione. “A fronte di questa situazione, alla fine degli interventi di Polizia nei casi di furti e borseggi, le “baby borseggiatrici”, non essendo perseguibili penalmente perché minori di 14 anni ed in assenza di diversi provvedimenti da parte del Tribunale dei Minori, vengono riaffidate ai prossimi congiunti direttamente presso il campo nomadi (magari abusivo) o vengono affidate al Sindaco per il trattamento sociale attraverso i Centri di primissima accoglienza da dove, immancabilmente, si allontanano dopo pochi minuti o qualche ora”, denuncia Fabrizi.
L'Ugl sottolinea come la facilità di fuga delle giovanissime dai Centri di Accoglienza sia impressionante, soprattutto a fronte di una spesa di 100 euro giornaliere per il mantenimento delle ragazze. “Lascia interdetti anche la facilità di allontanamento di questi minori dai Centri di accoglienza – riflette Fabrizi - dal momento che sono dotati di cancelli automatici o comunque non liberamente accessibili e senza che nessuno venga chiamato a risponderne considerato che gli addetti assumono la presa in consegna di minori. Forse è il caso, almeno da parte del Comune, di rivedere l’efficienza e l’efficacia di questi Centri che, comunque, ricevono denaro pubblico in cambio, a quanto pare, di un non servizio ed anche a garanzia dei diritti inviolabili dell’infanzia ed adolescenti”.

 

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