Roma
Bagnino 20enne lasciato morire nella vasca: “Condannate la famiglia Ciontoli”
Delitto Vannini, il procuratore generale chiede in appello 14 anni per l'intera famiglia della fidanzata
Delitto Marco Vannini, il procuratore generale chiede la condanna a 14 anni per l'intera famiglia Ciontili. Il giovane bagnino 20enne morì l'8 maggio del 2015, a Ladispoli, ucciso da un colpo di pistola.
Condannare tutta la famiglia di Antonio Ciontoli a 14 anni. È questa la richiesta del procuratore generale al processo di appello per il caso dell'omicidio per cui il 18 aprile scorso è stato condannato solo il capofamiglia a 14 anni mentre la moglie di Ciontoli, Maria Pezzillo, e i due figli, Martina e Federico, sono stati condannati in primo grado a 3 anni per omicidio colposo e la fidanzata di Federico Ciontoli, Viola Giorgini, era stata assolta dall'accusa di omissione di soccorso.
Tutti gli imputati erano in casa quando Vannini morì.
Durante il processo di primo grado Antonio Ciontoli, sottufficiale della Marina militare, si assunse la responsabilità dicendo di essere stato lui a sparare al fidanzato di sua figlia con un colpo di pistola partito per errore mentre il ragazzo era nella vasca da bagno. Per il procuratore generale Vincenzo Saveriano però sono tutti responsabili della morte di Vannini la cui vita si sarebbe potuta salvare se i soccorsi fossero stati chiamati in tempo.
La famiglia Ciontoli invece chiamò il 118 in ritardo e una prima volta la richiesta di aiuto venne anche disdetta. Dopo circa mezz'ora ricontattarono il 118 ma anche questa volta non dissero che il giovane era stato ferito da un colpo di pistola e che si trovava in fin di vita nella vasca da bagno, dove verrà trovato dai medici.