Roma

Balestra è giovane e sbarazzino. Rischia e trionfa ad AltaRoma 2015

di Tiziana Galli

Dopo quattro giorni di sfilate “Altaroma Alta Moda” chiude con una giornata interamente dedicata alle nuove premesse. “Who’s on next”, il concorso ideato da Vogue Italia in collaborazione con Altaroma per valorizzare le promesse del made in Italy, proclama i propri vincitori: Nicolo’ Beretta per la linea “Giannico”, “Lolita Lorenzo” di Carol Oyekunle, Lee Wood per “L72”.
Ma chi è il vero vincitore morale di quest’ultima edizione di AltaRoma Alta Moda? Per rispondere a questa domanda bisogna fare delle premesse: cos’è l’alta moda? A quali parametri deve rispondere un capo per essere identificato come appartenente all’alta moda? Fondamentale è che faccia sognare: alta moda è sogno, è magia, è desiderio. Ma alta moda è anche lusso e quindi abbondanza e perfezione. Esiste, però, un codice specifico che elenchi i requisiti necessari per identificare l’alta moda? La risposta è no. E forse è per questo che c’è tanta confusione. Ora, la domanda sorge spontanea: su cosa si basa Altaroma per scegliere gli stilisti che dovranno sfilare?
Alta moda è sartorialità, è eleganza, è nobiltà dei tessuti, quindi tutti i partecipanti dovrebbero aderire a questo stesso standard. Eppure non è così. Io, spesso in questi giorni, ho visto cuciture scoppiate, fili mal tagliati e incoerenza delle forme.
Ebbene, secondo me, il vero vincitore morale di questa edizione è stato proprio Renato Balestra, che fedele al suo ideale di eleganza ha saputo rinnovarsi puntando la sua attenzione creativa su abiti giovani, glamour e sbarazzini come mai prima d’ora.
In una nuova prospettiva di crescita, puntiamo sui giovani, come sembra voler fare il nuovo consiglio di amministrazione di Altaroma, ma prima insegniamo loro cos’è l’eleganza, cos’è la coerenza stilistica, cos’è l’armonia delle forme e delle proporzioni.
Io questi criteri non li ho sempre riscontrati nelle sfilate che ho visto. Liberiamo l’alta moda dal luogo comune che la costringe ad un ruolo di serie B solo perché appartenente al mondo della frivolezza. Alta Moda è creatività, è serietà, è cultura, è lavoro di squadra, è perizia tecnica. Restituiamole dignità concettuale. Ma per poterlo fare non basta finanziare i progetti dei giovani, perché i giovani, prima di ogni altra cosa vanno istruiti e per poterlo fare c’è bisogno di chiarezza d’intenti, capacità organizzativa e spazialità di contenuti culturali.
Diamo fiducia a questo nuovo Consiglio di Amministrazione che si è insediato da pochi mesi e che è partito con l’intenzione di restituire all’Italia la centralità che ha perduto nel campo della moda creando sinergia nell’asse Roma, Firenze Milano, ma non dimentichiamo che la moda non è solo denaro, è prima di tutto una forma d’Arte, e per produrre Arte ci vuole cultura.