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Roma
Banda della Magliana, arrestato super latitante Pellegrinetti wanted dal 2003

“Wanted” da oltre 15 anni, in manette il superlatitante Fausto Pellegrinetti della cosiddetta Nuova Banda della Magliana.

 


Pellegrinetti, romano 76 anni, è stato catturato in Spagna nella sua abitazione di Alicante dalla Polizia di Stato di Roma. Era ricercato poiche' condannato in via definitiva a 13 anni di reclusione per i reati di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico e riciclaggio.
Il suo nome, cambiato negli anni negli alias  Franco, Enrico Longo, Franco Pennello, Giulio Dedonese, riporta ai tempi della gang dei Marsigliesi e della mitica "Banda delle tre B" (le iniziali del triumvirato Bergamelli, Bellicini e Berenguer) molto prima dell' entrata in scena dei giovani leoni della Magliana. Sequestri, omicidi e tonnellate di droga. L'uomo fu catturato in un residence sull' Aurelia, nel ' 77, dagli uomini di Rino Monaco (allora capo della mobile) assieme ad alcuni complici. In seguito molti boss delle "tre B" furono arruolati nei ranghi della gang della Magliana, astro nascente della criminalità capitolina.

L'attivita' investigativa protrattasi per circa due anni, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, e' stata condotta dai Poliziotti della Squadra Mobile di Roma, dal Servizio Centrale Operativo, in collaborazione con la polizia nazionale spagnola UDYCO Central, la la Direzione Centrale Polizia Criminale -SCIP- e la Direzione Centrale Servizi Antodroga.


Il nuovo boss della banda della Magliana era latitante in realta' irreperibile da molto prima, da quando il 22 ottobre del 1993 evase dalla clinica romana Belvedere Mondello dove si trovava ricoverato in regime degli arresti domiciliari. Come riferito nel corso di una conferenza stampa in Questura, Pellegrinetti si faceva passare come Bergamelli Roberto nato a Frascati nel '44, usava varie schede telefoniche civetta e aveva intestate a marocchini. Era stato arrestato nel 1976 dalla squadra mobile e si era appunto reso irreperibile nel '96, per questo "la squadra mobile aveva conto aperto con lui", ha detto Mariangela Sciancalepore dirigente della II sezione Narcotici della squadra mobile. "Quando e' stato arrestato - ha raccontato - agenti italiani gli hanno detto 'Fausto ti ricordi di via genova?' (Sede della questura, ndr) e subito ha capito rispondendo 'Eh, e' un po' che non ci vado'. 'Ecco ti stanno arrestando da via Genova'".

L'identitk di Fausto Pellegrinetti

Legami con la banda della Magliana e con il clan dei Marsigliesi, con la 'ndragheta (famiglia Barbaro-Papalia) e con il clan campano dei Senese. Questo il profilo delineato nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il comandante della della squadra Mobile capitolina Luigi Silipo, la dirigente della VII sezione Mariangela Sciancalepore e il comandante della II divisione dello Sco Alfredo Fabbrocini. "Nel 1980 Pellegrinetti - ha riferito Silipo - unitamente al suo gruppo del Tufello, ebbe un incontro presso un ristorante di Trastevere con Danilo Abbrucciati, Edoardo Toscano ed Antonio Mancini della banda della Magliana. Il gruppo del Tufello aveva condiviso con l'Abbruciati l'esperienza delle batterie ed erano stati imputati con lui di rapine e sequestri di persona. Nel corso dell'incontro il gruppo della Magliana sondo' le intenzioni di quelli del Tufello di impadronirsi del controllo del traffico di stupefacenti. Il gruppo non condivise tale proposta ma istituirono un legame sulle attivita' del toto nero, sequestri, rapine ed estorsioni. Nel corso dell'incontro si parlo' di attentare alla vita del giudice Imposimato".

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