Roma

Barbone all'Esquilino, il post del re del gelato Fassi che commuove Facebook

La storie delle tre sacche è la storia di un barbone che racconta l'arte del sopravvivere a colori

Andrea Fassi è l'ultimo rampollo della famiglia dei più famosi gelatai romani. Quelli del palazzo del ghiaccio per intenderci.

Lui oggi è CEO dell'azienda e la porta avanti con quel gusto per l'innovazione che ha sempre contraddistinto i Fassi. Un suo post su Facebook la dice lunga l'atteggiamento che i romani hanno verso l'integrazione. La pubblicazione è un atto dovuto.

Ho visto a Piazza Vittorio e in giro per le strade limitrofe un giovane uomo che trasporta 3 sacche.

Ognuna mi è sembrato contenesse liquidi di colore diverso, le tiene ben nascoste.

Ieri sera mi sono avvicinato, l’ho incontrato seduto sul marciapiede di via Cairoli. Malconcio e sporco.

Gli ho chiesto: -Che trasporti?-

-Chi, io? niente.-

-Lì dentro.- Ho insistito indicando la pesante incerata.
-Sotto al cappotto.-
Lo indossa sempre, fa venire caldo solo a guardarlo.

-Lì dentro ho visto che hai tre sacche. Come quelle delle flebo solo che colorate.-

-Come fai a vederle? nessuno può vederle.- 
Stringe l’incerata.

-Eh, io le ho viste che devo dirti. Sono curioso.-

-Mmmmh.-

-Cosa?-

-Mmmmh. Le hai viste.-

-Eh, si.-

Guarda dritto i miei occhi.

-Te lo dico. Ma solo perchè le hai viste. Fino a prima che arrivassi tu le vedevo solo io.-

Tira fuori la prima sacca, ha un colore bluastro.

-Qui c’è il mare.- Dice chiudendo gli occhi.

-Il mare?-

-Si, il mare. Quando ho i morsi della fame o quando vengo insultato perchè sono uno straccione ne bevo un piccolo sorso. Mi ricorda quando stavo per affogare in mare per arrivare qui e un ragazzo come te mi ha salvato. Così penso che sono stato peggio di adesso.-

Resto in silenzio, non so che dire. Infondo non capisco molto di accoglienza, se ne parla troppo e ne parla troppo chi non ne sa.

Tira fuori la seconda sacca dopo aver riposto la prima. E’ nera.

-Qui dentro c’è la rabbia.- Dice socchiudendo gli occhi.

-La rabbia?-

-Si. Anche io mi arrabbio sai? per come sono finito. Per la dignità che ho perso. Per la vita che vivo. Così sputo qui dentro ogni volta che sento di perdere il controllo. Sono un essere umano, ti fa strano provi emozioni simili alle tue?-

Resto in silenzio, di nuovo.

Ripone la rabbia e tira fuori una sacca verde con pochissimo liquido.

-E’ quasi finita, deve essere importante!- Noto accennando un sorriso imbarazzato.

-Oh si, lo era.- Cambia espressione e spalanca gli occhi ora velati di morte. 
-Mi viene tolta un pò alla volta. Questa la custodisco per sopravvivere.- 
Si alza e si allontana, ancora una volta resto in silenzio.

Perchè, più atroce di un essere umano privato della speranza sono gli esseri umani trincerati su una placida isola d'ignoranza, da cui non avranno mai necessità di salpare poiché non sanno cosa significhi dover sperare in un luogo migliore.