Benedicta Boccoli: "Sui social ho trovato la mia libertà"
L'intervista. L'attrice racconta il personaggio di Patricia nella pellicola Ciao Brother
di Alessandra Pesaturo
Benedicta Boccoli, superficiale, vanitosa, avida, che ha l'incubo di invecchiare. Ma anche perfida, snob, egocentrica e manipolatrice. Questa è Patricia, il personaggio che l'attrice Benedicta Boccoli interpreta nel film “Ciao Brother” regia di Nicola Barnaba, nelle sale cinematografiche in queste settimane. La pellicola narra di un tentativo di truffa, che tra gag e colpi di scena, si trasforma in una storia di grande amicizia. Affaritaliani incontra Benedicta Boccoli, che lanciata da Boncompagni a metà anni '80, ha fatto del teatro la sua grande passione e dell'entusiasmo uno stile di vita.
Quale ruolo recita nel film?
”Sono la moglie di uno dei protagonisti (comici romani Pablo e Pedro, ndr), una donna superficiale, vanitosa, avida, che ha l'incubo di invecchiare. Un personaggio antipatico, ma molto comune. Lo incontri frequentemente in certi ambienti dell'alta società a Roma come a Los Angeles. Ho tratto ispirazione da Grimilde la perfida regina di Biancaneve ossessionata dall'eterna bellezza”.
Come si è calata nei panni di questo personaggio?
“Ho un viso da buona, lo sguardo allegro e sorrido come una soubrette. Quindi ho dovuto fare un grosso lavoro con la truccatrice, mi ha applicato delle ciglia finte che mi hanno rivoltato un po' le palpebre, rendendomi gli occhi pesanti. Questo escamotage è stato utile per entrare nel personaggio, mi sentivo più crudele”.
Quanto è importante per lei la bellezza?
“Mi viene in mente - Il corpo Giusto - un testo di Eve Ensler, che recita: quando ero piccola la gente mi chiedeva, che cosa vuoi fare da grande? Io rispondevo voglio diventare bella. Perché essere bella vuol dire essere amata, accettata. La bellezza è sopravvalutata nella nostra società, si giudica con troppa superficialità in base all'avvenenza, al peso, all'età. Essere belli aiuta all'inizio, ma rischia di essere un boomerang psicologico, può renderti perennemente schiavo dell'aspetto estetico”.
Lei ha paura di invecchiare, come vive il passare del tempo?
“Tutti abbiamo paura di invecchiare. Non è facile vedere il corpo che cambia. Se un domani ne sentissi la necessità, penserei ad un minimo ritocco, ma per ora mi tengo i piccoli segni del tempo, mi danno la possibilità di recitare ruoli interessanti”.
Nel film si parla di amicizia, quanto è importante per lei?
“L'amicizia è una forma di amore, ed ha un valore talmente importante che a volte può sostituire l'affetto di un compagno. Certo io parlo di amici veri, quelli che ti rimangono vicini nel tempo e nei momenti bui”.
Quali sono i prossimi progetti di lavoro?
“Sarò in scena a fine luglio con un testo - Il Fiore di Cactus -, mentre il prossimo anno torno a in teatro nella commedia - Il Peggior Weekend della Nostra Vita - in coppia con Maurizio Micheli ”.
E' un ritorno di fiamma o solo un ritorno artistico?
“Avevamo tanta voglia di lavorare di nuovo insieme. Ci vogliamo molto bene, Maurizio è stato il mio compagno per tredici anni e rimane la persona più importante della mia vita. Lui è la mia casa”.
Ha una rubrica su “Il fatto Quotidiano”, come è nata questa collaborazione?
“Scrivevo sull'on line incoraggiata da Emiliano Liuzzi, che mi diceva hai fantasia e idee. Il primo pezzo pubblicato ha avuto 93.000 condivisioni su FB. Meravigliata ho contattato Travaglio chiedendogli se avevo vinto la lotteria. Lui mi ha risposto: hai vinto una rubrica. Ho cominciato per gioco, e ad oggi ho raccontato in quarantotto affreschi gli anni '80 visti attraverso i miei ricordi di ragazza”.
Lei è molto attiva sui social, cosa le piace di questo mezzo di comunicazione?
“Per me è una liberazione. Finalmente posso dire ciò che voglio, quando voglio e senza filtri. Per anni ho avuto contatti con i media e con la gente esclusivamente tramite gli uffici stampa, che trasmettono un'immagine troppo patinata”.
Vuole dire qualcosa senza filtri?
“Voglio dire a tutti quegli uomini agée che pensano di piacere eternamente, nonostante pancia, rughe e calvizia, di non giudicare le donne solo secondo i dati anagrafici. Guardatevi allo specchio perché fascino e bellezza non hanno età!”.