Bengalese pestato a sangue, chiesta la convalida dell'arresto per il 19enne
Il giovane è accusato di tentato omicidio aggravato dall'odio razziale
La Procura di Roma ha chiesto la convalida dell'arresto per A. M., il 19enne accusato di tentato omicidio aggravato dall'odio razziale per aver picchiato a sangue e insultato il cameriere bengalese di 27 anni K.C., la notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre a piazza Cairoli. Il giovane non era solo al momento dell'aggressione: altri quattro ragazzi – un 17enne, un 19enne e due 18enni - sono infatti stati denunciati per lesioni.
Sarebbe stato però A. M. ad infierire sul giovane cameriere, tornando a picchiarlo un'ultima volta prima che l'intero gruppo si allontanasse e lasciasse la vittima a terra.
Ancora gli investigatori non si sono espressi in merito alle motivazioni che avrebbero spinto i giovani romani alla violenza, ma alla base del gesto c'è sicuramente un'intolleranza razziale. Sui suoi profili social infatti A.M. non nascondeva un'inclinazione neo-fascista. A chi gli scriveva di seguire il suo profilo Facebook in quanto fascista, A.M. rispondeva che la cosa lo riempiva di orgoglio. Sulla sua bacheca, poi, si potevano leggere riferimenti al Duce, “Mussolini, spero nel suo ritorno per salvare questa Italia che sta andando veramente a puttane” era solo uno dei commenti presenti sul profilo web.
La vittima inoltre avrebbe confermato l'odio razziale espresso nei suoi confronti prima dell'aggressione fisica: “Ero con un mio amico egiziano, non facevamo nulla di male, mi hanno picchiato senza un motivo. Dopo i primi insulti, ho tentato di rispondere, ma loro mi hanno detto 'zitto, sporco negro'”. Il bengalese ha anche raccontato che se non fosse stato per l'intervento di un ragazzo e di un paio di ragazze del gruppo, A.M. avrebbe continuato a picchiarlo, rischiando di ucciderlo.