Bertolaso-De Vito: stretta di mano. Cittadini senz'acqua, la vergogna
Bertolaso e De Vito si danno la mano. Non è la pace tra due moduli politici antagonisti e ortogonali ma un segno di rispetto che il candidato del centrodestra a sindaco e il vice sindaco in pectore del Movimento Cinque Stelle mostrano di fronte alla rabbia contenuta dei cittadini di Tor Pagnotta, Casale Bicocca e Bel Poggio scesi in strada per chiedere dopo anni di attesa di vedere riconosciuto il diritto all'acqua potabile e alle fogne.
In silenzio, sguardo basso e coscienti che di fronte a un caso senza precedenti di mala amministrazione, i due candidati hanno ascoltato le ragione del Comitato di quartiere che ha riepilogato l'odissea burocratica che da 10 anni li vede in attesa di diventare cittadini di serie A.
E così hanno sentito le follie della macchina burocratica del Comune di Roma e dell'Acea, rei di aver impegnato "una vita" per stendere un progetto, trovare il finanziamento e realizzare 800 metri di collegamento tra i due estremi dell'acquedotto esistente. Un semplice collegamento che permetterebbe a chi ha già realizzato a proprie spese l"'ultimo miglio di condutture" di potersi allacciare alla rete idrica comunale e di abbandonare i pozzi artesiani. Soprattutto da quando la Asl li ha dichiarati fuorilegge per gli alti valori di fluoruro e arsenico, mettendo a rischio 40 imprese e molti degli artigiani che lavorano nella zona. E poi hanno strabizzato gli occhi di fronte al paradosso amministrativo: la stessa Acea che con una mano redigeva il progetto per il "tronco di acquedotto mancante", dall'altra nel corso della conferenza dei servizi per l'ok al cantiere di una rotatoria finanziata coi fondi giubilari, dava il via libera al cantiere. Ultimata la rotatoria, l'Acea si è vista negare dal Comune l'approvazione del cantiere per l'acquedotto perché il tracciato finiva proprio nel centro della rotatoria e avrebbe costretto a nuovi scavi. Tutto rinviato sine die.
Ma il Comitato ha deciso di non mollare. La manifestazione è stata solo il primo di una serie di atti per tenere alta l'attenzione sulla "vergogna di Roma": cento famiglie e 40 imprese costrette e bere giocoforza arsenico e fluoruri per colpa di un "Comune malato di inefficienza".
Amaro il commento di Bertolaso: "questa è la prova di come si può amministrare male, C'è la situazione bizzarra di una città che vuole essere moderna, che vuole organizzare le Olimpiadi, e nello stesso tempo si trova davanti a problemi da Terzo Mondo. Prima bisogna risistemare questa città, toglierla dal degrado incredibile in cui è finita pur essendo sia una delle città più belle del mondo, metterla a posto e poi si potrà pensare pure a fare eventi come le Olimpiadi - ha aggiunto - ma quando tutti i Municipi e i quartieri di questa città saranno messi in condizione di vivere una vita normale". E ha chiosato: "Non credo che i romani chiedano molto di più di avere una città normale".
Sul trattore-palco Marcello de Vito: "La nostra forza è di essere diversi da chi ha amministrato Roma e ha consentito che ciò accadesse", ha detto ai cittadini.
La voglia di chiudere col passato transita per schieramenti diversi".