Roma

Biglietto Atac a 2 euro: la Regione Lazio prima vota l'aumento, poi si pente

La tempesta sugli aumenti dei trasporti sollevata da affaritaliani.it travolge presidente e assessore pronti a fare retromarcia. Il nodo indennizzi

Biglietti e abbonamenti Atac, la stangata di agosto '23 messa in luce da affaritaliani.it scuote la Regione Lazio. Che però prima firma il contratto di servizio con Trenitalia nell'anno 2018, presidenza Zingaretti, assessore alla Mobilità Mauro Alessandri, poi si pente e cerca una via d'uscita.

Da laureato in Lettere classiche e un passato prima da assessore alla Cultura e poi sindaco di Monterotondo per due mandati è stato promosso assessore regionale alla Mobilità nella seconda giunta guidata da Nicola Zingaretti. La firma sotto il contratto di servizio 2018-2031 tra Regione Lazio e Trenitalia è sua e prevede una serie di aumenti per i titoli di viaggio del Metrebus Roma e del Metrebus Lazio secondo due ben chiare tabelle tra le quali spunta il Bit da 75 minuti a 2 euro.

Affaritaliani.it suona la sveglia sugli aumenti

E così “svegliati” da affaritaliani.it e dall'ira dei pendolari, sia l'assessore Mauro Alessandri che il presidente reggente Daniele Leodori si affettano a mettere riparo al pasticcio della Regione e scrivono: “In queste ore la Regione Lazio sta lavorando per scongiurare l’aumento del costo dei biglietti Atac, previsto per il 2023. Il nostro obiettivo è reperire i fondi necessari in modo da non ledere i bilanci delle aziende coinvolte, ed evitare assolutamente che l‘aggravio dei costi ricada sulle tasche degli utenti, e in particolare sulle fasce più deboli della popolazione. Anche perché l’aumento del biglietto comporterebbe inevitabilmente un aumento dell’uso dei mezzi privati, a scapito della qualità dell’aria e dell’ambiente in cui viviamo e che sentiamo il dovere e la necessità di tutelare, sempre”.

Trenitalia si frega le mani: o aumenti o indennizzi

E il duo Alessandri Leodori avrà il suo ben da fare, perché il contratto tra Regione e Trenitalia difficilmente potrà essere modificato senza pagare alcuna penale. E' infatti un cosiddetto “contratto quadro” che non solo prevede livelli di servizio ben chiari ma anche una serie di investimenti ai quali Trenitalia ha già fatto parzialmente e che prevede di fare sino alla scadenza. E come sempre accade, il costo dei trasporti e la qualità saranno in prima fila nella campagna elettorale.

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