Roma

Marino prigioniero del "buco". Zero investimenti: ecco la verità

di Cristian Coriolano

La lettura della nota che martedì ha diramato il Campidoglio sul "buco tecnico" di 853 milioni richiede di essere tradotta. In apparenza è tutto chiaro. Intanto, però, bisogna capire cosa s'intende per buco tecnico? Tutti questi milioni che mancano, di "tecnico" hanno ben poco giacché rappresentano un disavanzo oggettivo.
Negli anni, con vari accorgimenti, gli amministratori locali hanno fatto finta che non esistessero alcuni squilibri nelle partite di bilancio. In questi casi, si dice che la polvere è stata nascosta sotto il tappeto. Alemanno ha lasciato al suo successore il compito di spazzare via la polvere, ma nulla di tutto questo è avvenuto all'indomani delle elezioni del 2013. Qui bisogna anche dire che Roma non è sola, visto che lo Stato, a un certo punto, è stato costretto a intervenire per obbligare tutti i Comuni a fare pulizia. Si tratta nella sostanza dell'ultima riforma in materia di ordinamento contabile.
L'operazione voluta dal Governo consiste, tra le altre cose, nella cancellazione dal conto di bilancio dei "residui attivi e passivi cui non corrispondono obbligazioni perfezionate e scadute alla data del 1° gennaio 2015": così recita, per memoria, la tanto complicata nota del Campidoglio che indica, in parole più semplici, come allo scoccare del capodanno Roma abbia visto virtualmente uscire allo scoperto tutto quel debito racchiuso, ad esempio, nel sistema di entrate ridondanti e uscite sottostimate. A distanza di mesi, come previsto dalla legge, è stata pertanto conclusa l'operazione di riordino.
Cosa fare, allora, degli oltre 800 milioni identificati come debito nascosto? Ancora una volta si ricorre a un mutuo, sicché per i prossimi trent'anni, esercizio dopo esercizio, sarà fatto obbligo alla città di pagare 30 milioni di rata annuale. Forse si poteva comunicare mesi fa, quando è stato approvato il bilancio 2015 e si è osannato al risanamento dei conti, che incombeva questa ulteriore tegola sul capo dei contribuenti romani.
C'è da aggiungere, però, che il vero guaio alla luce della nuove regole di contabilità potrebbe essere ancora più nascosto. Marino, in effetti, potrebbe aver soprasseduto alla dolorosa comunicazione concernente il rischio che gli investimenti dei prossimi anni siano tutti bloccati, salvo quelli inseriti nei piani pluriennali elaborati e approvati nel corso del precedente mandato amministrativo. Se così fosse, il Sindaco non avrebbe altro spazio di manovra se non relativamente alla messa in esecuzione dei programmi di Alemanno. Altro che nuovi interventi, al Giubileo si arriverebbe senza nemmeno poter accendere un nuovo mutuo.
Bisogna fare chiarezza completa. L'augurio, a questo riguardo, è che il sospetto legato al blocco di nuovi investimenti sia infondato. In ogni caso ai romani, con rispetto, va raccontata tutta la verità  e solo la verità.