Roma
Bomba M5S alla Regione Lazio. “Mai col Pd”, Barillari sfida Roberta Lombardi
Insulti e offese: in Consiglio regionale esplode la bagarre. Barillari insultato in publico per il suo no al "bacio con Zingaretti"
di Fabio Carosi
Accordo Pd-M5S esplode la “bomba Cinque Stelle” alla Regione Lazio di Nicola Zingaretti.
Al centro dello tsunami che ha investito il Movimento è la capogruppo Roberta Lombardi, accusata di volere a tutti i costi “il matrimonio con Zingaretti” e protagonista di uno scontro surreale con il consigliere Davide Barillari. Con un tweet Davide Barillari ha denunciato di essere stato oggetto di insulti: “Bastardo, vigliacco, vergognati e “sfigato”, urlati di fronte ai consiglieri Pd che ascoltavano tra le risate. E il tweet di Barillari taggava tre consiglieri: Marco Cacciatore, Valerio Novelli e Roberta Lombardi”.
Ad accendere il faro sulla bolgia a 5 Stelle, la consigliera Valenti Corrado la cui assenza insieme alla collega Gaia Pernarella è stata definita “non giustificata” dalla capogruppo direttamente sui social, che ha giudicato la Lombardi inadatta al ruolo di capogruppo.
Ma la cronaca fatta di denunce verbali, insulti linguaggio da caserma parte tutta da un post del consigliere Davide Barillari con il quale faceva notare l'assenza del capogruppo Lombardi in occasione del voto sul bilancio regionale di mercoledì scorso. Con l'eventuale voto negativo della Lombardi, l'opposizione avrebbe messo a segno una vittoria clamorosa, bocciando un documento contabile della Giunta Zingaretti. Così non è andata e lo scambio di accuse è diventato una bolgia infernale e ormai uno scontro all'ultima parolaccia tra la Lombardi e i lombardiani, aperti a un'intesa col Pd e coloro che non vorrebbero giammai sederi al tavolo di Governo con chi hanno avversato e combattuto per anni.
Lo scenario di implosione lo riassume con chiarezza Davide Barillari che questa mattina ha formalizzato l'atteggiamento che terrà domani, sabato, in occasione dell'assemblea generale del Movimento cinque Stelle organizzata in via Rebecchini.
Scrive Barillari che scoperchia la pentola degli inciuci: “Come attivisti e portavoce della Regione Lazio, che da anni mettono impegno e faccia ai banchetti, nelle campagne elettorali e per sostenere sul territorio i principi e i valori del M5S, quegli stessi che a esso con entusiasmo ci portarono ad aderire, con crescente preoccupazione rileviamo da dichiarazioni alla stampa da parte della Capogruppo M5S in Regione Lazio che potrebbe prender corpo la possibilità di convergenze con il Partito Democratico sulla spinta dell’accordo nazionale, come già sta avvenendo in Umbria ed Emilia Romagna. Ciò induce in noi un chiaro disagio: nella Regione più emblematica di un "sistema" di potere che per moltissimi aspetti abbiamo sempre avversato e vivamente combattuto proprio in nome dei nostri principi e valori, riteniamo che una tale ipotetica alleanza, qualunque forma assumesse (anche con la “concessione” di assessorati), risulterebbe devastante se non fatale per la credibilità e l'immagine del M5S nei nostri territori”.
E su Nicola Zingaretti chiarisce: “Il Lazio è il centro del potere assoluto di Nicola Zingaretti. Il Lazio della sanità malata, con un sistema sanitario che condanna le nostre province e i tanti malati che non ricevono cure ed assistenza. Il Lazio dell’inquinamento, delle discariche e del business dei rifiuti sfruttati strumentalmente dal PD contro la giunta Raggi. Il Lazio delle cooperative rosse, degli appalti su misura per gli amici. Il Lazio di Mafia Capitale e della corruzione strisciante”.
Conclude con un appello a quelli che un tempo si autodefinivano portavoce: “Rivolgiamo dunque un pubblico appello agli organi statutari del MoVimento affinché vogliano tenere ciò in debito conto e riflettere con grande attenzione prima di rinunciare per logiche esterne ai nostri territori a tutto quel che vi è stato costruito in tanti anni di lavoro, di impegno, di sacrificio. La coerenza, per quanto ci riguarda, rende impraticabile qualsiasi alleanza in Regione Lazio con il PD”.