Roma
Bombole del gas riempite fai da te: sono vere bombe. Le immagini della paura
Acilia, nella zona dell'esplosione della palazzina, fiorisce il “traffico di gas” prelevato dai benzinai
Addio Debora, addio Aurora morte nell'esplosione della palazzina di via Giacomo della Marca ad Acilia. Tra le tante ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche un uso improprio di bombole del gas.
Pochi giorni prima affaritaliani.it aveva realizzato un servizio esclusivo sul riempimento fai da te delle bombole del gas, una tecnica in uso nel passato che la crisi economica e la prevalenza dei furbi hanno riportato in auge. Chi risparmia ignora i pericoli che corre e il reato che compie. Ecco il racconto corredato da foto inedite.
di Patrizio J. Macci
L’Ape Car barcolla per le strade della borgata come se fosse condotta da un ubriaco. Sembra un quadro d’arte contemporanea con tutte quelle bombole del gas colorate: nere, argento, rosse e arancio disposte come razzi pronti a partire. Non ha nessuna insegna commerciale o telefono sulle portiere ma nessuno ci fa caso.
Il ragazzo del Bangladesh con le ciabatte infradito ai piedi le rastrella vuote dalle villette dove abitano anche i suoi amici, nessuno si chiede il perché di quello strano carico e dell’altrettanto curioso capitano. La chiamano ricarica della bombola esentasse.
Ha una grande convenienza economica, dato che riempire la bombola per uso domestico con il gas per l'automobile, anziché da un rivenditore autorizzato, costa meno della metà. C’è guadagno per tutti. “Alla fine non si male nessuno e tutti stanno al caldo” ha chiosato qualcuno. O meglio il rischio c’è ma è per chi compie manualmente l’operazione. La bombola che si usa in casa, a differenza degli impianti installati sulle automobili, non ha nessuna valvola per controllare la pressione.
Queste ricariche non essendo basate su un riscontro tecnico misurato, spesso tendono a sovraccaricare il contenitore. Una bombola sovraccarica presenta pressioni fuori dal normale, che possono alimentare l’impianto di casa o una stufa con pressioni elevatissime e dare luogo a fughe di gas molto cospicue che possono comportare esplosioni e danni ingenti sia alle cose che alle persone.
La ricarica si fa a occhio senza poter verificare l'effettiva pressione all'interno della contenitore del gas. Si usa il principio dei vasi comunicanti e ci si fa il segno della croce. In parole povere può saltare in aria anche quando si versa il gas. All’inizio quando i distributori del gas non avevano la vigilanza delle telecamere, lo facevano all’aperto vicino al distributore di benzina con la complicità di qualche “pompista” di carburante disonesto che arrotondava all'insaputa del proprietario dell'impianto.
La bombola rimaneva ricoverata nel cofano, c’era solo un tubo che come un serpente si allungava a portare il suo carico. La crisi aguzza l’ingegno e nei quartieri popolari il trucco si è propagato di palazzo in palazzo: abusivi, pensionati sempre sul filo del rasoio, distaccati dalle compagnie del gas per morosità. Qualcuno si è comprato l’adattatore per fare la ricarica su internet. L’eldorado dell’energia a prezzo politico realizzato.
Poi qualcuno non troppo rapido nell’eseguire i movimenti è stato pizzicato dalla Guardia di Finanza; gli imprenditori di questo commercio on the road si sono adeguati. Ora fanno il “succhio” dalla bombola più grande di un’automobile sistemati in un parcheggio o da un bombolone che qualcuno tiene in giardino e riempe a prezzi scontati.
La richiesta è in crescita perché per avere l’allaccio con il contratto di un’azienda del gas ci vuole il contratto di affitto ma ancora prima la residenza anagrafica nell’alloggio. Questo dettaglio potrebbe far salire il prezzo dell’affitto di centinaia di euro. Allora l’unica maniera per riscaldarsi è ricorrere a questo mercato parallelo. La malavita organizzata ha drizzato le antenne e ci ha fatto un business. Piccolo ma continuo, perché nessuno può vivere in un’abitazione senza lavarsi, cucinare o rimanendo al freddo in inverno.
Un giorno un ingegnere figlio di un pensionato si è cominciato a insospettire per il colore e l’odore di quel gas così diverso da quello che costa il doppio ma ottura gli ugelli, sporca i raccordi dei tubi, puzza e ingrassa tutto. Ha chiamato un installatore di quelli con la tuta blu che ha staccato subito tutto. Il tecnico ha capito perché da un po’ di tempo le persone si dimenticavano di ricaricare le bombole anche se è arrivato l’inverno. Non crepavano di freddo per risparmiare soldi, ma rischiavano di morire per risparmiare.