Roma

Botte ai professori, emergenza senza fine: 30 casi da settembre: pene più dure

Botte a presidi e professori, un'emergenza senza fine: 30 casi da settembre. E ora si invocaano pene più dure per chi usa violenza a scuola

Botte a presidi e professori, un'emergenza senza fine: 30 casi da settembre. E ora si invocaano pene più dure per chi usa violenza a scuola. Ultimo episodio in ordine di tempo a Parma, dove un'insegnante è stata presa di mira da due studenti di seconda media dopo averli ripresi in classe per aver fatto confusione e aver usato impropriamente la lavagna interattiva.

E prima ancora a Varese, dove una professoressa è stata accoltellata da uno studente di 17 anni. Altri casi di aggressioni a scuola di recente a Taranto, nel Foggiano, a Cosenza, Abbiategrasso, Modena. 

I Presidi

Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio sottolinea all'Adnkronos che "non esiste una strada univoca che porti ad una soluzione. Di fronte ad aggressioni di questo genere occorre un intervento sanzionatorio e anche punitivo in base alla gravità di quello che succede, perché non è accettabile l'aggressione da nessun punto di vista: se dentro la scuola serve una sanzione disciplinare e poi se si trasforma in un'aggressione con tanto di denuncia bisogna agire di conseguenza, è fuori discussione". 

Più attenzione alla Scuola

"Ci può essere maggiore attenzione attorno alle scuole: parliamo spesso di videosorveglianza, si parla anche di intervento delle forze dell'ordine in situazioni più a rischio, ma certamente non è una soluzione che si può immaginare diffusa, anche perché la scuola è un luogo di accoglienza e quindi non è pensabile una militarizzazione delle scuole - evidenzia Costarelli - E' quindi necessario intervenire con un fattore di tipo educativo, correttivo e soprattutto di rispetto istituzionale, che deve essere assolutamente recuperato con la collaborazione delle famiglie. Dietro agli studenti che compiono queste azioni ci sono anche le famiglie: il problema si sposta spesso, o quasi sempre sulla scuola, ma ci sono famiglie che non verificano dove si trovano e cosa stanno facendo i propri figli in orari non scolastici. C'è una serie complessa di fattori da prendere in considerazione. Certo è che di fronte a queste azioni così forti l'intervento punitivo e sanzionatorio non può essere eluso".