Roma
Bruno Vespa e il Fascismo, errore in copertina: l'aquila simbolo di Salò


L'ultimo libro di Bruno Vespa, “Perché l’Italia diventò fascista” ha un errore in copertina: l'aquila era della bandiera della Repubblica di Salò. Profezia?
di Patrizio J. Macci
Scambiare una parte per il tutto; il simbolo della bandiera di guerra della Repubblica Sociale Italiana per quello del Fascismo. E’ quanto accade nell’ultimo volume di Bruno Vespa, il pontefice massimo del “terzo ramo del parlamento” come lo definì Giulio Andreotti, ancora fumigante d’inchiostro “Perché l’Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare)” pubblicato dalla Mondadori con l’etichetta Eri.
Ad Arnoldo Mondadori, che i simboli militari li conosceva bene in quanto stampatore dell’Esercito italiano, sarebbe venuto un brivido vedendolo nelle librerie. Al centro della copertina si è scelto di collocare come simbolo evocativo del periodo fascista non la testa di Benito Mussolini o un Fascio littorio ma un dettaglio della bandiera di guerra originariamente composta per la Repubblica Sociale Italiana, l’ultimo agonizzante periodo della dittatura mussoliniana durato poco più di un anno.

La bandiera della RSI si basava sulla bandiera d'Italia, il tricolore verde, bianco e rosso, ma coi colori invertiti (ossia il rosso dalla "teorica" parte del pennone e il verde sul lembo esterno); entro la fascia centrale bianca dello stemma era inserito un fascio littorio, simbolo del Partito Fascista Repubblicano (erede del Partito Nazionale Fascista); il tutto era sormontata da un'aquila monocefala ad ali spiegate. Ed è proprio questa aquila in metallo che campeggia al centro della copertina rossa del libro di Vespa.
Una profezia, una provocazione o forse una semplice svista. Anche sbirciando il sommario del libro è difficile stabilire un legame tra la bandiera della Repubblica Sociale Italiana simbolo dello “stato fantoccio” sostenuto dalla Germania mentre gli Alleati avanzavano da sud e la narrazione contenuta nel libro di Vespa. Il conduttore di Porta a Porta è rigoroso e attento ai dettagli nei suoi libri, esercita quella che qualcuno ha definito “il ruolo di Guardiano della Soglia del Palazzo, colui che eventualmente consacra nell’empireo del potere ovvero prende atto della destituzione da quell’universo, per troppi versi, tuttavia illusorio”.
Nessuno conosce più e meglio di lui i perimetri del Potere, con un’attenzione ai particolari che va dalla sfumatura precisa di blu della cravatta di Rocco Casalino alla marca di sigarette fumata (di nascosto) da alcuni parlamentari. Fino alla ricetta della crostata all’origine del patto del 1997 tra D’Alema e Berlusconi preparata dalla Signora Letta di cui sarebbe l’unico custode e depositario. L’equivalente della formula segreta della Coca Cola applicata alla politica nel 1997.
Vespa si affida da venticinque anni alla stessa editor, il suo libro è stato chiuso a pochi giorni dalla stampa e la copertina (come riportato sulle bandelle del volume) è stata realizzata da uno studio esterno. Trattandosi di un volume uscito per il periodo natalizio e ad essere ristampato più volte, l’editore potrebbe decidere di cambiare la copertina. Sarebbe una manna per i collezionisti.
Azzardando un’ipotesi potrebbe trattarsi di un monito nascosto: quand’anche il fascismo, per pura ipotesi, dovesse riaffacciarsi nel Paese farebbe la fine della Repubblica di Salò. E il suo leader quella di Mussolini. Politicamente si intende.