Roma
Buoni pasto “scaduti”. “Qui!Ticket” rifiutati dai commercianti. La denuncia
La ditta non paga. Lavoratori beffati ci pagano anche le tasse
I buoni pasto dei dipendenti regionali rischiano di diventare carta straccia. La ditta fornitrice paga tardi e dunque monta la protesta degli esercizi commerciali che in numero sempre maggiore rifiutano di accettarli.
La denuncia è dei sindacati interni Cgil, Cisl e Uil che hanno inviato una lettera allarmata ai vertici dell’Amministrazione regionale chiedendo di verificare la possibilità di cambiare fornitore. I buoni pasto sotto accusa sono quelli della Qui!Ticket ed il fenomeno non è relativo al Lazio ma ha dimensioni nazionali. Scrivono infatti i rappresentanti dei tre sindacati: ”Come avvenuto in altre amministrazioni in tutta Italia, anche in Regione Lazio, i lavoratori ci segnalano problematiche in merito all’utilizzo dei buoni pasto“Qui!Ticket” erogati dall’Ente”. Acquistati tramite gara Consip, “non vengono più accettati da numerosi esercizi commerciali, che evidenziano la sospensione dell’accettazione dovuta a ritardi di pagamento della società emittente”.
Il risultato scrivono i sindacati è che “di fatto ciò costituisce un impedimento della fruizione dell’emolumento percepito dai lavoratori causando tra l’altro l’abbassamento del livello retributivo in quanto la cifra eccedente i 5,29 € costituisce reddito da lavoro dipendente assoggettata a tassazione e ritenute previdenziali senza fruire del ticket stesso”. Insomma il ticket non è fruibile ma ci si pagano pure le tasse sopra. Oltre al danno la beffa.
Da qui la richiesta pressante ai dirigenti regionali da parte dei tre sindacati ad intervenire per “verificare, se sussistano inadempimenti contrattuali da parte della società “Qui Group srl”, e la possibilità di cambiare fornitura attraverso Consip e nello stesso tempo di dare applicazione alle norme sull’introduzione del buono pasto elettronico che oltre ad agevolare le operazioni di consegna non fa gravare la tassazione sulle buste paga dei lavoratori.